HPE: perché il 5G è un’opportunità

HPE_Jeff_ EdlundDestinato a impattare sull’intera catena della comunicazione, lo standard 5G rappresenta una nuova generazione di tecnologie di rete e, come tale, si appresta ad apportare molteplici benefici a qualsiasi tecnologia deciderà di basarsi su di essa.

Ne è convinto, tra gli altri, Jeff Edlund, CTO, Communications and Media Solutions, Hewlett Packard Enterprise, cui 01net ha posto una serie di domande per comprendere il punto di vista di HPE sulla tecnologia New Radio e sulle evoluzioni future del nuovo standard.

Ne esce un quadro netto, in cui nonostante il 5G rappresenti l’evoluzione naturale delle reti mobili attuali, il suo funzionamento non è semplicemente traducibile in una tecnologia di accesso radio più veloce, capace di offrire larghezza di banda infinitamente più ampia, disponibilità percepita del 99,999 per cento, netta riduzione dell’utilizzo dell’energia di rete e durata superiore delle batterie.

Se negli ultimi trent’anni, dal 2G al 3G, ogni generazione tecnologica si è focalizzata sul miglioramento della velocità e sull’efficienza delle reti wireless per ottimizzare i servizi su banda larga proposti agli utenti, oggi i fattori che entrano in gioco sono altri. La banda larga mobile non rappresenta l’unico motivo di sviluppo della tecnologia 5G: per la prima volta, infatti, le reti di questo tipo terranno in considerazione le necessità dei singoli settori verticali, così come la crescita dei device collegati all’Internet of Things, oltre alle richieste dei singoli consumatori.

Il valore del 5G percepito dagli utenti finali

A patto di corrispondere il prezzo concordato per usufruire dei benefici che la nuova tecnologia porterà con sé, per i consumatori finali i plus del 5G saranno sostanzialmente tre e riguarderanno la possibilità di disporre di un’ampiezza di banda illimitata per gestire le proprie applicazioni multimediali, da cui deriverà una conseguente percezione di risposta pressoché istantanea delle applicazioni, unita all’apparente capacità di restare sempre connessi, indipendentemente dalla propria posizione geografica.

Di fatto la roadmap per arrivare alla prossima generazione della tecnologia di trasmissione mobile destinata a realizzare un’efficace trasmissione sia in termini di quantità di banda, sia in termini di copertura del territorio per offrire nuove opportunità di innovazione in innumerevoli settori, è appena iniziata.

È, infatti, condivisa l’opinione che il processo avverrà progressivamente con il resoconto degli standard ufficiali per il lancio definitivo della rete annunciati indicativamente entro il 2018, unitamente all’identificazione delle tecnologie che, lato cliente, saranno in grado di sfruttare al meglio il nuovo standard.

L’impatto del 5G sulle infrastrutture di rete aziendale

In tutto questo, l’impatto percepito con l’arrivo del 5G non potrà non avere riflessi sull’intera rete di accesso radio. Questo, però, non deve necessariamente far pensare di trovarsi di fronte a un ostacolo, bensì a un’opportunità. Dal centro al sistema di back end, infatti, molte delle caratteristiche del nuovo standard verranno implementate attraverso modifiche del software rispetto alle infrastrutture esistenti, mentre altre richiederanno nuovo hardware e nuovo software per poter realizzare appieno tali strategie.

A tal proposito, una nuova tecnologia di antenna come la MiMo (Multiple in Multiple out) risulterà, ad esempio, la più utilizzata sia per la rete, sia per i device in applicazioni o servizi che richiedano un ritardo inferiore a un millisecondo attraverso la rete.

Già oggi, inoltre, standard come il Multi-Access Edge Computing, o MEC, consentono l’armonizzazione dello spettro tra tecnologie Wi-Fi ed LTE per offrire una maggiore larghezza di banda e tempi di latenza ridotti per applicazioni e nuovi servizi gestiti, utili a far emergere fin da ora tutto il buono dello standard che arriverà, a patto di erogare servizi che richiedono bassa latenza utilizzando contenuti situati in prossimità del dispositivo dei clienti. Da qui la necessità per i gestori di ricorrere a una tecnologia MEC all’avanguardia, nonché di condividere reti e infrastrutture chiamate a erogare i diversi servizi.

5G a rischio privacy in Emea

Ciò detto, stando alle previsioni rivelate lo scorso giugno da Ovum, entro il 2021, il numero degli abbonati al 5G non supererà i 24 milioni di utenti. Di questi, meno del 10 per cento saranno su territorio europeo, dove i principali inibitori all’adozione del nuovo standard potrebbero rivelarsi la neutralità della rete e le leggi comunitarie adottate in tema di privacy. Tuttavia, è facile prevedere che, dopo i primi benefici riportati dagli altri Paesi nel mondo, Stati Uniti e Asia in testa, anche l’Europa troverà la sua giusta dimensione in termini di adozione.

Per poter, però, implementare con successo una visione 5G completa, i device, i componenti, il software e le principali applicazioni dovranno saper migrare nel tempo con il nuovo standard. In tal senso, l’edge della rete rappresenterà il “luogo” più dinamico della rete stessa e sarà chiamato a gestire l’aumento esponenziale dei device collegati, del traffico dati e delle applicazioni che saranno generati dalla nuova tecnologia radio 5G.

Le capacità di quest’ultima, eletta, di fatto, sede principale per l’inserimento del processo dei dati, del controllo e dell’intelligenza, permetteranno di realizzare un edge computing ottimizzato capace di introdurre calcolo distribuito, programmabilità e analytics in maniera consistente e coordinata, proprio a partire dall’edge della rete, mentre, dal punto di vista dell’hardware, un edge cloud avrà capacità di processing diverse e ottimizzate per l’edge delle sedi in relazione al core cloud.

Servono conoscenze It, Tlc e cloud

Infine, affinché lo standard 5G abbia successo, occorre dotarsi di un mix di conoscenze nell’ambito delle telecomunicazioni, delle tecnologie It e cloud, per ovviare eventuali discrepanze. Nello specifico, per i Csp, i vantaggi offerti dal 5G includeranno una rete estremamente più agile e configurabile, capace di erogare risorse per singole applicazioni e carichi di lavoro specifici. Diventerà, in questo modo, possibile monetizzare i servizi offerti, così come da tempo fanno gli Ott, capaci di fornire via Internet servizi, contenuti video e applicazioni di tipo rich media. Lo standard 5G supporterà, inoltre, l’emergere e la proliferazione di casi d’uso finora limitati a causa della tecnologia disponibile. Il riferimento va al segmento emergente delle auto connesse a guida autonoma, così come alla gestione a distanza di droni, robot e strumentazioni complesse e alla realtà virtuale destinata, come altre numerose applicazioni, a diventare veri e propri luoghi comuni. In tal senso, la rete edge si rivelerà il luogo ideale dal quale sperimentare nuovi servizi ed esplorare modelli di business con potenziali partner, utili a trasformare la network edge cloud in una vera e propria sandbox per uno sviluppo del 5G in linea con il crescere della domanda del mercato.

Ma l’evoluzione verso il nuovo standard sarà graduale, così come graduale è già l’ampia trasformazione digitale in atto all’interno della quale l’evoluzione delle capacità di calcolo sta modificando in maniera profonda il modo in cui vengono costruite le reti di comunicazione, sempre più distanti rispetto a un’architettura di rete gerarchica. A esemplificarne il senso concorrono, già oggi, la virtualizzazione delle funzioni di rete, le reti definite dal software e il già citato Multi-Access Edge Computing. Proprio l’architettura di rete 5G si baserà sulla flessibilità e agilità di NFV, sulla programmabilità delle SDN e sulla vicinanza agli utenti offerta dal MEC, a patto di realizzare un approccio olistico al design della rete capace di realizzare la vera visione per il 5G del futuro.

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