Guai fiscali per Olidata

Olidata è nei guai. Nell’ambito di una operazione condotta dalla Guardia di Finanza il vicepresidente del gruppo, Carlo Rossi, è stato, infatti, arrestato con altre dieci persone della società, tutte accusate di frode internazional …

Olidata è nei guai. Nell’ambito di una operazione condotta dalla
Guardia di Finanza il vicepresidente del gruppo, Carlo Rossi, è
stato, infatti, arrestato con altre dieci persone della società,
tutte accusate di frode internazionale all’Iva nel settore dei
computer. Le indagini hanno scoperto un giro di fatture di operazioni
fantasma per un importo complessivo di mille miliardi di lire. In
base all’accusa, la frode veniva perpetrata attraverso un sistema di
società di comodo che, distribuite in Italia e all’estero,
permettevano a Olidata di evadere l’Iva e immettere sul mercato
italiano sistemi a prezzi competitivi. Per gli accertamenti del caso,
la Consob ha già richiesto due relazioni, una al collegio sindacale e
una alla società di revisione, per mettere in chiaro la faccenda.
Intanto la società di Cesena, che aveva appena annunciato risultati
trimestrali pari a 106.813 milioni di lire con un incremento dello
0,21% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, smentisce di
aver effettuato operazioni illegali o frodi ai danni dello Stato.
"La nostra società ha sempre comprato direttamente dai produttori
di tecnologia, anziché sul mercato locale, proprio per non
avvantaggiarsi di prezzi che potevano essere il risultato di
frodi"
ha affermato Stefano Savini, presidente del gruppo.
Chiamato in causa anche lo sponsor che ha curato la quotazione in
Borsa di Olidata, Bna. Secondo la normativa, infatti, lo sponsor deve
rendere noti i dati e i fatti di cui è venuto a conoscenza durante la
propria attività, dichiarando che la società in via di quotazione ha
istituito procedure in grado di disporre della propria situazione
economica e finanziaria in tempi brevi. In realtà, il prospetto per
il collocamento in Borsa di Olidata aveva effettivamente posto in
evidenza che a Carlo Rossi era stata notificata un’informazione di
garanzia per concorso in frode fiscale. All’epoca, però, la società
non vedeva alcuna conseguenza dell’indagine sui conti del gruppo.

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