In Italia l’infrastruttura It di Num è organizzata con tre server Windows 2000 incaricati della gestione dei dati interni. «Per la posta e l’Erp – ha esordito Marco Ferrante, amministratore delegato della società – siamo ancora collegati a Schneider, c …
In Italia l’infrastruttura It di Num è organizzata con tre server
Windows 2000 incaricati della gestione dei dati interni. «Per la posta
e l’Erp – ha esordito Marco Ferrante, amministratore delegato della
società – siamo ancora collegati a Schneider, capogruppo fino al
febbraio scorso, ma è in programma il nostro scorporo entro fine 2007».
I client, tra fissi e mobili, sono un centinaio, prevalentemente operativi nel
tradizionale ambiente Windows.
Da un anno e mezzo la gestione di questa infrastruttura è stata affidata
completamente in outsourcing, una decisione maturata in seguito a una pesante
ristrutturazione aziendale avvenuta nel 2004. «Per continuare a essere
una risorsa vitale – ha puntualizzato Ferrante – i sistemi informativi
devono essere mantenuti costantemente aggiornati. Partendo da questa considerazione,
abbiamo pensato di appoggiarci a una società di consulenza esterna per
garantirci tutta la flessibilità e la competenza indispensabili per governare
l’It aziendale. In particolare, sulla base di conoscenze personali, ho
contattato i tre i soci di Generation:3, una giovane azienda attiva da qualche
anno in questo settore e caratterizzata da un approccio estremamente qualificato,
flessibile e rapido alla soluzione dei problemi».
A costi dimezzati rispetto alla precedente struttura interna, Num si è
potuta così garantire la presenza di un responsabile It che per 4 giorni
alla settimana si occupa con competenza della gestione e dello sviluppo dei
sistemi It, cui si aggiungono servizi erogati a richiesta e che coinvolgono
anche altri skill di Generation:3. «Con questa scelta – ha continuato
Ferrante – ci siamo concessi il massimo compatibilmente ai costi, combinando
la soddisfazione delle nostre richieste a un contratto triennale che consente
a Generation:3 una programmazione funzionale al servizio/persone da noi richiesto».
È chiaro che delegando esternamente l’intero know how informatico
aziendale, tra società e outsourcer deve regnare piena fiducia. «Fondamentalmente
– ha proseguito l’amministratore delegato – abbiamo impostato una
vera partnership, corresponsabilizzando Generation:3 nel buon esito del progetto».
Anche per questo la scelta non è ricaduta su una grossa società
di consulenza.
«Mi servivano persone di cui fidarmi, stimolate e compartecipi alla
mia sfida. – ha continuato Ferrante – La grande struttura non mi dava
questa certezza e, oltre ad avere costi più elevati, avrebbe potuto destinare
a Num persone meno performanti rispetto a quelle attribuite a clienti più
prestigiosi. Ho preferito, quindi, rivolgermi a una realtà più
piccola, con cui poter crescere insieme». Proprio questo sembra essere
uno dei principali suggerimenti forniti dal manager. «Per un buon
rapporto di partnership, – ha concluso l’amministratore delegato
– occorre muoversi nel settore delle società di consulenza scegliendo
secondo le proprie tasche, le proprie dimensioni e le proprie esigenze, senza
dimenticare di fare chiarezza sugli intenti, tutti da formalizzare su un contratto
che tuteli il bene dell’azienda».





