Perché il creatore di Java è andato a Mountain View, Amphitheatre Parkway.
Dal suo blog, che ha quell’avatar che fa tanto Southpark James Gosling ha detto al mondo dove lavorerà: in Google. Il creatore di Java, l’uomo del gran rifiuto a Larry Ellison al tempo dell’acquisizione di Sun da parte di Oracle, lavorerà proprio per quell’azienda cui Oracle ha fatto causa per via di un utilizzo poco acconcio su Android di una cosa (Dalvik) che fa parecchi richiami a Java.
È il gioco delle parti.
Gosling ha detto che non sa ancora a cosa lavorerà. Non sappiamo se gli sia cresciuto il naso dopo averlo scritto, pertanto proviamo ad azzardare un’ipotesi, prendendo spunto proprio dai commenti che il post ha ricevuto. In particolare, Luca Garulli (ceo di NuvolaBase e Cto di Asset Data; questo il suo di blog) definendo Google come “la nuova e migliore Sun”, ha centrato il punto.
Lo facciamo nostro ripercorrendo la storia di Sun e di Java a trovare due fattori, facili da individuare.
Il primo: “la rete è il computer” non era solamente un riuscito slogan della società di Santa Clara, ma una profezia avveratasi forse oltre le più ottimistiche previsioni.
Il secondo: nelle stimmate di Java c’era l’intenzione di aggregare il maggior numero di persone, sia destinate a maneggiarlo (community) sia a utilizzarlo (multipiattaforma), e di farlo in modo trasparente.
Java, dunque, nacque per “coprire” l’esecuzione dei programmi ai vari sistemi, semplici o complessi che fossero, ma soprattutto eterogenei.
Per Google, che ha davanti un mercato aperto, dagli smartphone alla tv e oltre, si tratta di rendere più semplice, immediato e anche attraente il f
unzionamento dei dispositivi che accolgono i suoi servizi. Un po’ come ha fatto chi ha incapsulato il caffè (Java è anche questo).
Gosling potrebbe essere il timoniere giusto per approdare a quei lidi che individuerà Larry Page. Che non ha certamente bisogno di testimonial, ma fosse il caso George Clooney avrebbe già un copione.





