Un’iniziativa internazionale ha condensato gruppi di service designers intorno al concetto di servizio sociale. Con buoni risultati.
Global Service Jam 2011, in breve GSJ11, è una insolita manifestazione delocalizzata, rivolta alla progettazione di servizi e alla crescita della consapevolezza del servizio stesso in ambito pluridisciplinare. L’iniziativa di Adam Lawrence e Markus Hormess ha coinvolto 1263 jammers in 71 città, 33 nazioni (8 Stati Uniti ma 5 Finlandia) con 203 servizi ideati nelle 48 ore tra le 18.30 di venerdì 11 e le 15 di domenica 13.
L’idea di riferimento era la creazione di un nuovo servizio, in tutte le fasi, in sole 48 ore. Possibilmente senza ricorrere alla tecnologia informatica, anzi sviluppando un’idea come se fossimo negli anni ’50. Il tema di fondo, comunicato alle 18.30 del venerdì, è stato quello dei super-eroi, la cui interpretazione è stata lasciata libera: presumibilmente il servizio ideato avrebbe dovuto essere un super-potere a sfondo sociale.
Ben tre le partecipazioni italiane, con Torino, Milano e Roma. Nella prima mattina di lunedì, però, Torino non ha messo online neanche un servizio, mentre Milano ne elenca 4, pensati da squadre con molti partecipanti. Roma sembra quella con i migliori risultati, con 6 progetti sviluppati da squadre di 5-6 partecipanti. L’organizzazione di Cristiano Siri, Malica Worms, Alessandro Nasini, Alessio Ricco, Gabriele Settimelli, Alessandra Talamo e Fabio Crestoni è stata coordinata da Lidia Tralli e lo stesso Cristiano Siri.
Ovviamente una certa presenza dell’Ict e delle tecnologie è stata comunque presente in quasi tutte le idee, sia come collante sociale (reti, telefonini) sia come specifico stesso, ma per lo più non preponderante.
A Roma sono piaciuti in particolare Take Car.e, un totem di check up sanitario studiato specificamente per i treni (team rappresentato da Alessandro Nasini) e My Personal Hero, che cerca aiuto per necessità particolari (team capitanato da Alessio Ricco). L’argomento di MPH è stato il più gettonato tra tutte e 200 le proposte, ma lo svolgimento del team in questione è sembrato molto ben centrato intorno al tema.
Al di là dei servizi sviluppati, si esplicita la crescente tendenza di usare l’Ict come facilitatore di soluzioni e non più come fine di se stessa. La speranza è che la tendenza vada consolidandosi, proprio con attenzione al sociale. Occhio ora al bando dell’evento 2012: let’s jam!





