Microsoft ha ammesso che il codice sorgente di alcuni dei suoi prodotti, attualmente in fase di sviluppo, è stato visto da alcuni hacker che sono riusciti ad accedere alla rete aziendale. Durante l’ultima settimana l’Fbi ha avviato un’indagine s …
Microsoft ha ammesso che il codice sorgente di alcuni dei suoi
prodotti, attualmente in fase di sviluppo, è stato visto da alcuni
hacker che sono riusciti ad accedere alla rete aziendale. Durante
l’ultima settimana l’Fbi ha avviato un’indagine sull’irruzione
effettuata sui computer del gigante di Redmond che, come dichiarato
dalla stessa Microsoft ha consentito per 12 giorni l’accesso degli
intrusi alla propria rete aziendale. Tuttavia, la società ha
dichiarato che per la maggior parte di questi 12 giorni è stata al
corrente dell’inconveniente. Microsoft aveva inizialmente dichiarato
che l’integrità del proprio codice sorgente era stata garantita.
Recentemente, invece, ha ammesso che l’hacker avrebbe potuto
visionare parte del codice in fase di sviluppo. Tuttavia, Microsoft
ha garantito che il codice sorgente relativo agli attuali Office e
Windows non è stato visto. L’irruzione, oltre a danneggiare la
reputazione di Microsoft, ha comunque sollevato alcuni timori sul
fatto che l’hacker abbia potuto modificare i prodotti in fase di
sviluppo, per i quali ha avuto accesso al codice, in modo da poter
danneggiare gli utenti finali che andranno a utilizzarli. Microsoft
ribadisce il fatto che non sono state effettuate modifiche o danni, e
che nessuna parte del codice sorgente è stata trasferita. Infatti,
dopo un giorno o due, i responsabili della sicurezza Microsoft hanno
realizzato che qualcuno era riuscito ad inserirsi nel sistema,
intercettando alcune password trasmesse a distanza a un client e-mail
di st Pietroburgo, Russia. L’accesso alla rete è stato ottenuto
inviando attraverso l’e-mail un programma, chiamato Qaz Trojan, nella
rete Microsoft. Questo programma ha creato la back door utilizzata
dagli intrusi. Nonostante quanto dichiarato da Microsoft, queste
password interne avrebbero potuto essere utilizzate per trasferire
codice sorgente all’esterno del campus Microsoft.





