Gioca jouer

Claudio Cecchetto è sempre stato avanti.

Il Mit, Stanford, Ibm e Seriosity (una nuova società) hanno fatto gruppo
per studiare la relazione tra il successo nel lavoro e le cose imparate passando
il tempo coi giochi di ruolo stile World of Warcraft (usato da quasi 8 milioni e
mezzo di persone al mondo) o Everquest.

Pare che le qualità necessarie
per diventare leader nel lavoro, a causa di una natura del lavoro sempre più
distribuita e globale, siano le stesse che giovani e meno giovani sviluppano
giocando online.

Motivo: i giochi multiplayer online di massa fanno
interagire, competere e collaborare migliaia di persone in tempo reale, che
devono prendere decisioni tempestive sulla base di input multipli e variabili.


Qualcuno riesce ad assumere il comando, ma la leadership è spesso
transitoria: passa di mano in mano a seconda delle circostanze.

Gli
studi fatti suggerirebbero addirittura alle aziende di valutare le competenze e
l’esperienza acquisite da questi giocatori nelle loro vite “virtuali”. Insomma,
dal gioco alla vita, per lavorare tanto e magari tornare a giocare nel tempo
libero.

Ma la scuola serve ancora a qualcosa?

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