Gestione documentale. La risposta di Adobe

Rafforzata dall’acquisizione di Macromedia, oggi l’offerta della società si concretizza nell’Engagement Platform

Rafforzata dall’acquisizione di Macromedia, la nuova Adobe oggi si presenta
sul mercato con una posizione di predominio nella gestione digitale delle informazioni,
grazie ai due sistemi operativi che sono le colonne dell’offerta: Pdf
e Flash. La pervasività di questi due sistemi, come ha osservato Giuseppe
Verrini, managing director Southern Europe, Middle Est e Africa di Adobe, «viene
confermata dai dati di mercato: Pdf è implementato nell’89% dei
pc attivi nel mondo e Flash nel 97%. Il nostro client è universale, per
cui consente di creare, gestire e condividere informazioni sui diversi tipi
di device
», ivi compresi i cellulari. La nuova Adobe si è
dunque organizzata in sei business unit: Creative Solutions; Print & Classic
Publishing Solutions; Knowledge Workers Solutions (ovvero Acrobat e tutte le
soluzioni pensate per le funzioni aziendali specifiche, come marketing, finance,
risorse umane e via dicendo); Enterprise and Developers Solutions (ovvero Livecycle
per l’intelligent document e Flex per le Rich Internet applications);
Mobile and Device Solutions e infine Platform Solutions (che segue le tecnologie
di base, Pdf e Flash).Per l’anno in corso, dunque, la nuova Adobe dovrebbe
raggiungere un fatturato di 2,6 miliardi di dollari, diventando il quarto Independent
software vendor a livello mondiale.

Le aree di mercato a cui oggi si rivolge la società sono cinque: knowledge
worker, creativi, sviluppatori, utenti finali e aziende, area quest’ultima
che vuole maggiormente presidiare con il supporto dei partner. In particolare,
l’impegno è quello di aiutare le aziende ad automatizzare i processi
per servire meglio i clienti. Oggi la risposta di Adobe alla gestione documentale
è racchiusa nella Engagement Platform, «che rivoluziona il
modo di interagire con le informazioni e offre il valore richiesto dagli utenti
»
ha osservato Andrea Valle, direttore tecnico Sud Europa, Medio Oriente e Africa
di Adobe. L’architettura contiene tecnologie standard, come Pdf, Flash
e Html, tre diverse aree applicative (produzione di documenti; sicurezza e controllo;
automazione dei processi) al cui interno ci sono soluzioni pronte all’uso,
il tutto costruito sull’infrastruttura già esistente (Java, .Net,
Web service, Soa, Eai, WebSphere, WebLogicJBos e via dicendo). L’Engagement
Platform intende mettere insieme due mondi che convergono, come i documenti
intelligenti e le Rich Internet application (Ria) termine coniato da Macromedia
nel 2001.

Il documento intelligente è un modulo completamente digitale con elementi
interattivi, moduli pre-compilati che si integra con i sistemi esistenti, come
Erp, Crm, data base e anche con i sistemi legacy. Sap, per esempio ha già
integrato il documento intelligente nella propria piattaforma. Il modulo, inoltre,
è composto da tre strati indipendenti, quali presentation, business logic
e Xml transport & schema. Sul fronte sicurezza, il documento intelligente
dà integrità e autenticità alle transazioni elettroniche,
protegge la riservatezza dei dati, dà conformità normativa e riduce
i costi di comunicazione. Il tutto, tradotto in tecnologia, consente il controllo
e tracking dell’accesso e dell’utlilizzo dei documenti (Drm), il
controllo centralizzato, persistente e dinamico delle policy di sicurezza, la
cifratura dei documenti (tramite password, certificati digitali, biometria)
e quindi la certificazione degli stessi tramite la firma digitale a norma di
legge. In merito Adobe ha ricevuto il riconoscimento dal Cnipa che il formato
Pdf rispecchia tutte le caratteristiche richieste per la firma digitale.

Riguardo alle Rich Internet application (Ria), la risposta di Adobe è
Flex 2, che aiuta le imprese a sviluppare soluzioni multimediali e personalizzate,
che migliorano l’interazione degli utenti con il Web.
I benefici che si ottengono con le Ria sono quantificabili sia sull’attività
degli utenti (che possono effettuare più transazioni, anche di elevati
volumi, facendo meno errori, migliorando l’output e riducendo il tempo
del training), sia su quella degli sviluppatori, che hanno una maggior produttività,
mentre sul fronte tecnologico diminuiscono i costi relativi alle infrastrutture
di supporto.

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