Uno strano mix di realismo, di preoccupazione ma anche di ottimismo per la recente elezione Usa ha caratterizzato il Symposium autunnale di Gartner a Cannes, che quest’anno si è aperto nel pieno della crisi finanziaria che sta scuotendo il mondo, la cu …
Uno strano mix di realismo, di preoccupazione ma anche di ottimismo per la recente elezione Usa ha caratterizzato il Symposium autunnale di Gartner a Cannes, che quest’anno si è aperto nel pieno della crisi finanziaria che sta scuotendo il mondo, la cui incerta evoluzione trasforma ogni previsione a lungo termine in un azzardo. Il pragmatismo anglosassone, poi, è un toccasana per tutti i congressisti; in un momento in cui l’invito a tagliare i costi è pressante, il messaggio forte di Cannes riporta l’attenzione sulla qualità della spesa It. Concentrarsi sui propri asset e tagliare solo dove è strettamente necessario, per non perdere risorse preziose e farsi cogliere impreparati al momento della ripresa. Sì, perché come tutte le crisi che hanno un inizio e una fine, quando la fine arriverà (il problema è quando), ci sarà un nuovo inizio.
È l’ottimismo, cauto, frutto del realismo della ragione, che ha dominato i cinque giorni del Symposium. Ristrutturare: ecco l’invito per i Ceo, ristrutturare gli organigrammi funzionali, l’assetto finanziario, la struttura aziendale, i processi produttivi.
Il medesimo invito è rivolto ai Cio: a loro si chiede un’analisi dettagliata dei progetti in corso, per fermare tutto ciò che non è strettamente necessario; a loro si raccomanda il controllo scrupoloso dei costi (con ridimensionamenti che, in alcuni casi, potrebbero essere di due cifre) ma si chiede anche tutta la flessibilità (e l’agilità) necessaria per affrontare acquisizioni o dismissioni del tutto inattese, si chiede audacia e profondo senso di responsabilità, di fronte all’incertezza dei rischi crescenti.
Ai Cio si chiederà un’intensa attività di comunicazione e di relazione, a cui dovranno associarsi competenze specifiche per sviluppare, spesso in emergenza, attività di due diligence, ristrutturazioni dei sistemi informativi, revisioni delle strategie di sourcing.
La perdita di fiducia, che sta minando le attività di business, ha un impatto inevitabile sull’agenda It del Cio; Gartner si aspetta che cresca l’interesse nel reputation management, nell’e-discovery e soprattutto nella Business intelligence. Ci si attende, inoltre, un consolidamento della cultura di management “data-driven” e una domanda pressante di trasparenza, di dati e informazioni, tuttora inevasa nonostante la rigidezza delle norme applicate negli Stati Uniti dopo gli scandali finanziari dei primi anni Duemila.
La crisi trasforma gli orizzonti di valutazione, per gli investitori, il management, gli imprenditori; è il momento del lungo periodo, dei paradigmi aziendali del real time, del mobile commerce, della social enterprise (resa possibile dall’uso estensivo del Web 2.0), delle architetture orientate ai servizi (Soa), dei progetti estensivi di It modernization (da cui dipende il riuso razionale delle applicazioni esistenti). Per Gartner, tuttavia, la crisi non ha solo il colore grigio dell’incertezza; c’è anche il verde, il verde della speranza che apre a nuove opportunità e che si concretizza nella green It, destinata a consolidarsi come nicchia di mercato.
Al Symposium, Gartner ha presentato i risultati dell’indagine condotta in partnership con il World Wide Fund for Nature, indagine a cui hanno partecipato, su base volontaristica, 15 fornitori Ict di respiro globale, finalizzata a individuare il livello di coinvolgimento nello sviluppo di politiche ambientali e la capacità di sviluppare proattivamente soluzioni innovative a bassa emissione (low carbon). Si tratta della prima ricerca finalizzata all’identificazione delle attività “low carbon” nelle aziende It da cui si evince che la maggioranza delle organizzazioni di servizi It ha programmi di salvaguardia e innovazione ambientale piuttosto immaturi; immaturità legata, soprattutto, alla difficoltà di riconoscere i cambiamenti in atto nel settore, di cogliere gli spazi e le opportunità offerti dalla crescente domanda di soluzioni green. Manca ancora, di fatto, l’approccio proattivo alla “green It”, capace di anticipare i cambiamenti per trasformarli in opportunità di crescita e di business.





