Freedata, uno scenario difficile per il trade italiano

Nella quarta edizione del Free Indirect Channel 2000 della società di ricerca Freedata, quello che commentano ricercatori e analisti della società non è uno scenario particolarmente felice per gli operatori di canale.

Secondo Valeria Severini, amministratore unico di Freedata, due sono gli elementi che contraddistinguono il momento attuale: lo sviluppo dell’architettura Internet e l’informatizzazione delle Pmi nei distretti industriali.
L’architettura Internet è il motore dei prossimi anni nel mondo It – spiega -. Questa è la scommessa del futuro, ma purtroppo oggi le applicazioni che ci sono non sono adeguate”.
Sono 1.786 le aziende Internet Oriented in Italia nel 2000, ma il fatturato di queste, relativo ai soli Servizi Internet è di 1.120 milioni di euro. Un fatturato piuttosto scarso, secondo Valeria Severini, che aggiunge: “Con Internet non campi, perché le applicazioni attuali non sono in grado di sviluppare valore aggiunto”.


Quanto ai comportamenti delle aziende di canale, secondo l’indagine, risulta vincente chi ha adottato l’architettura Internet in affiancamento al business tradizionale di system integration e consulenza, per esempio. Chi, invece, si è affidato al solo business su Internet, come le numerose “.com” presto sparite dalla scena, non ha tenuto conto che il mercato non era pronto per “centrare al primo colpo i possibili utilizzi pratici di questo strumento” commenta ancora Severini.


Un altro aspetto emerso dalla ricerca riguarda la bassa informatizzazione delle Pmi italiane appartenenti ai distretti industriali. È qui che ci sono le maggiori opportunità proprio per gli operatori di canale, anche di piccole dimensioni, che sono vicini al territorio e alle aziende che operano nella stessa area geografica. Tra l’altro la maggior parte degli operatori del canale indiretto (il 70%) lavora proprio con le piccole e medie imprese dei distretti industriali.


Lo scenario di mercato per questi operatori non è dei più felici. Stanno aumentando le imprese sotto i 20 addetti, ma il fatturato per queste regredisce. Aumenta, invece, il fatturato delle aziende più grandi le quali, però, diminuiscono in termini numerici. Dal punto di vista geografico, il fatturato medio cresce solo nel Nord Ovest, comincia a entrare in crisi nel Nord Est e peggiora drammaticamente al Sud: un fallimento per la logica dell’e-business che avrebbe dovuto abbattere le barriere geografiche? È quanto si domandano gli analisti di Freedata.


Pochi sono poi gli operatori che lavorano con le grandi aziende che garantiscono, peraltro, i fatturati più elevati. La maggior parte di accalca verso la fascia più bassa del mercato, molto meno remunerativa. Nel pubblico sono altrettanto pochi gli operatori che affrontano la Pubblica Amministrazione Centrale, potenziale fonte di reddito, mentre si concentrano sulla Pa locale dove gli spazi di fatturato medio scendono in modo allarmante. Il 20,2% degli operatori lavora con la Pal, ma i fatturati diminuiscono dell’11,2 per cento.
Infine, per quanto riguarda lo sviluppo del software, i risultati sono disastrosi e c’è chi ha iniziato a esplorare le strade dell’integrazione tra i sistemi e la consulenza applicativa. Un settore in crescita appare, invece, quello dell’education.


Un’alternativa allo sviluppo del software è la commercializzazione di software di terzi che implica, tuttavia, capacità nella selezione e valutazione dei prodotti. Un settore da tenere d’occhio è senz’altro quello degli Asp, anche se per ora i numeri sono molto piccoli e nonostante il 52,7% delle aziende interpellate nella ricerca dichiari di adottare modelli Asp i fatturati diminuiscono del 27,2 per cento. In sintesi, oggi le realtà più piccole non possono permettersi di sbagliare più di una volta e devono domandarsi seriamente se l’offerta che sono in grado di proporre è realmente adeguata alla domanda sempre più sofisticata da parte delle aziende.

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