Focus sui server per il 2003 di Acer

Rispetto al 2002 la situazione non cambierà più di tanto. il mercato rimarrà molto difficile ma la società non si nega obiettivi ambiziosi

24 gennaio 2003 Gianpiero Morbello, country manager di Acer Italy, apre e chiude il suo intervento alla conferenza stampa di presentazione dei rusltati della società con la stessa slide. Ci cambia solo la data, ma le considerazioni che utilizzato per descrivere il 2002 vanno bene anche per quest’anno. Nel 2002, racconta la sfera di cristallo di Morbello, la conguntura economica rimarrà negativa trascinandosi anche un mercato destinato a rimanere fiacco. Proseguirà la riduzione della crescita dei notebook, la decrescita dei desktop così come il forte rallentamento del consumer. Il merge Compaq-Hp continuerà a fare sentire i suoi effetti, anche positivi per qualche competitor come Acer, mentre proseguiranno merge & acquisition nel mondo distributivo dove permangono le criticità finanziarie “che rischiano di compromettere alcuni player della distribuzione”. Bene invece retail e Gdo. In questo scenario non particolarmente gradevole Acer ha dimostrato però di muoversi con disinvoltura passando da 383 a 414 milioni di euro di fatturato sfiorando per 407 macchine la prima posizione nel mercato dei pc e piazzandosi al primo posto in quello dei notebook, al terzo in quello dei desktop e al quinto in quello dei server. Per il 2003 gli obiettivi prevedono 500 milioni di euro, un forte focus nell’area server, prima posizione per notebook e monitor e il bis della crescita nell’area desktop. “Da azienda di ingegneri concentrata sulle tecnologie siamo diventati customer centric”, spiega Gianfranco Lanci presidente dell’International operation business group di Acer. Una scelta che in Italia si traduce in una maggiore attenzione al Crm, mentre fra le tecnologie guadagna posizioni il wireless e i large end user entreranno a fare parte in modo più ampio del passato dell’orizzonte della società.
Il canale indiretto rimane la scelta strategica della società. “Vogliamo una forte partnership con i distributori”, spiega Morbello che enuncia le tre regole della loyalty. Curare il partner care attraverso i programmi di canale, comprendere le esigenze del mercato attraverso un osservatorio che settimanalmente raccoglierà i dati sulle performance dei partner certificati, e selezionare il canale che sarà segmentato in base al profilo dei partner. “Non vogliamo correre con tutti i cavalli ma con i Varenne delle varie aree”.

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