Findomestic: arriva un Natale austero

Gli aumenti al top delle preoccupazioni degli italiani che tagliano i regali

Il calo dei prezzi è in cima alle preoccupazioni degli italiani che, secondo i dati del Rapporto Findomestic presentato oggi a Milano, non hanno paura di indebitarsi. Non siamo negli Stati Uniti e la voce “Indebitamento eccessivo” è al nono posto di una lista che in seconda posizione vede la criminalità seguita da malasanità, mantenimento del tenore di vita, immigrazione, rifiuti, sicurezza del posto di lavoro e terrorismo.
Le rilevazioni, datate ottobre, indicano che le famiglie si sentono in grado di “governare l’accesso il ricorso al credito” e che per arginare la crisi fanno ricorso soprattutto alle proprie forze dimostrando invece una scarsa fiducia sulle risorse del paese. La maggior parte conta su e stesso, è preoccupata, ma ha voglia di reagire anche se in molti sanno che questo è l’inizio di una crisi lunga e profonda.


“Di fronte alla crisi gli italiani si mostrano individualisti. Prevale lo spirito del ciascun per sé”, spiega il rapporto. Nessuna novità da questo punto di vista, mentre forse più sorprendente è quell’accenno di autocritica che si coglie nell’elenco degli elementi che più incidono sulla pesantezza dei budget famigliari.


Gli imputati sono i negozianti con il pesante aumento dei prezzi ai quali si accompagna il minor numero di servizi pubblici gratuiti (l’Ecopass milanese è un esempio). Ma dopo arriva l’abitudine alla buona qualità, l’uso troppo disinvolto dei cellulari, l energia per i tanti, forse troppi elettrodomestici e anche il richiamo delle marche sui giovani, la corsa all’ultimo gadget tecnologico, l’esagerazione con i finanziamenti e le troppe auto in famiglia.


Da tutto questo ne deriva che il 48% intende tagliare il proprio budget, il 12% naviga a vista, il 7% cercherà di guadagnare di più e il 33% cercherà invece di resistere. Per quanto riguarda il Natale, però le aspettative sono pessime. Il 45% proclama l’austerità e la stima per la spesa media parla di 190 contro i 490 dello scorso anno. Non a caso il 42% dichiara di non avere fretta. Aspetta i saldi.

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