Non è la tecnologia che tradisce, ma l’uso che se ne fa. Per fortuna.
27 maggio 2004 Gli inquirenti che indagano sul presunto scandalo
della vendita “guidata” dei farmaci ai medici italiani sanno quello che fanno.
Nel senso che sanno che strumenti utilizzare per sostenere la propria
attività indagatoria.
Guardano le e-mail.
Alcuni scambi di posta
elettronica, infatti, fra i manager della principale societa’ indagata (la
Glaxo) sono finiti negli atti dell’inchiesta.
E raccontano cose
interessanti.
E’ con le e-mail, per esempio un responsabile di area spiegava
ai suoi uomini sul territorio come aggirare la normativa che regola le
prescrizioni dei farmaci contro l’ipertensione, o li persuadeva ad azioni
particolari di convincimento sugli oncologi.
Altri messaggi entravano piu’
nel quotidiano, a scandagliare le piccole abitudini di relazione con il medico:
la richiesta di contropartite tangibili.
Chi chiedeva acquisto di libri da
lui scritti, chi soldi, chi si accontentava di avere in regalo un notebook (e,
pare, pure di marca: Acer).
Insomma, siamo di fronte all’ennesima
dimostrazione della miseria umana.
Qui c’è tutto l’uomo, al centro di tutto.
Del resto, Ippocrate ai medici gliel’aveva fatto giurare.
C’è il
commercio, vecchio come il mondo.
C’è il lavoro da portare avanti in mezzo a
mille difficoltà.
C’è l’ambizione personale.
C’è la psicologia di massa,
quella cosa su cui il brand marketing fa leva e lavora, per creare
consapevolezza sui marchi. Missione riuscita.
C’è il progresso tecnologico,
e quindi, ancora, quello umano.
L’uomo che lascia tracce, impronte, orme, e
viene braccato dal suo nemico (perché ogni uomo ne ha almeno uno).
Il fatto
che sia l’e-mail ad aver tradito il fellone non deve stupire più di tanto. Non è
la tecnologia che tradisce, ma l’uso che se ne fa. Bisogna sempre imparare.
Contenti che qualcuno non lo abbia ancora fatto.