La società tira le somme del primo anno di vita con il nuovo brand e punta al raddoppio entro il 2008, grazie anche a mirate acquisizioni
Il primo anno di attività di Exprivia (realtà nata dalla fusione tra AiSoftware e Abaco), aveva come principale focus quello di recuperare in produttività e marginalità. Obiettivo già in parte raggiunto, secondo quanto affermato da Domenico Favuzzi, amministratore delegato della società, visto che i risultati dell’andamento dei primi tre trimestri confermano un Ebit positivo rispetto allo stesso periodo del 2005, dovuto anche all’eliminazione di aree di inefficienza. Infatti la società si è focalizzata maggiormente su attività core, come lo sviluppo delle piattaforme software proprietarie in ambito bancario e medicale e la fornitura di servizi, di consulenza e system integration per le aziende. Partendo da queste basi, l’azienda sta avviando un maggior commitment commerciale, «affinando contemporaneamente l’offerta e le competenze in ambiti che ci caratterizzano – sottolinea Favuzzi -. Per quanto riguarda la fornitura di servizi di consulenza e system integration, la piattaforma Sap riveste un ruolo di primo piano, in quanto siamo particolarmente coinvolti in ambito extended Erp, intesi come processi di Bi, di portali aziendali e di Crm, aree che quest’anno, per quanto ci riguarda, stanno crescendo in maniera più sostenuta. In particolare nell’industria il nostro business sta aumentando del 12% rispetto al 2005 e nelle banche del 15%, grazie ai servizi e all’offerta proprietaria che abbiamo sviluppato quest’anno non solo nell’ambito della gestione addizionaria del credito, ma anche sulle linee di leasing. Sempre in ambito banche, un’altra attività consulenziale che offriamo sulla piattaforma per la gestione del mercato dei capitali, che si chiama Mxg2000 della Murex, riguarda sia la gestione dell’applicazione che la manutenzione evolutiva, un’area che è in aumento del 25% anno su anno. Nella Pa abbiamo vinto due gare, in associazione temporanea di imprese con altre realtà, e stanno crescendo in ambito utility e trasporti le attività di servizi professionali e system integration». Nella Pa, Exprivia sta investendo per incrementare la propria presenza, compresa la Pa locale, «verso la quale siamo ancora in una fase di creazione dell’offerta – osserva il manager – soprattutto nell’ambito del knowledge management e del workflow che comprende anche la gestione dei portali, sia sul lato degli acquisti che del rapporto con il cittadino. Il nostro piano di sviluppo prevede anche l’inserimento di nuove competenze, che formiamo internamente, in quanto sono un punto di forza per un’azienda come la nostra, per cui pensiamo di arrivare a 720 unità a fine 2006».
Ma come sono cambiate, oggi, le esigenze dei clienti? «Rispetto a qualche anno fa, – risponde Favuzzi – sono cambiate perché chiedono molta più qualità e servizi, per cui la competizione si gioca sulla professionalità delle risorse, sui costi e sulla capacità dell’azienda di offrire adeguati livelli di servizio, che siano misurabili. Come organizzazione, possediamo una struttura produttiva, che è cross sulle diverse aree di mercato, e una commerciale, che è focalizzata per industry e che sviluppa la relazione con il cliente in termini di know how settoriale, per cui le nostre business line hanno all’interno anche dei business consultant, che sono degli esperti di processo nei singoli mercati».
Per quanto riguarda l’ultimo esercizio, Favuzzi pensa di consolidare il fatturato del 2005, che è stato di circa 45 milioni di euro, «a fronte di una marginalità superiore, un Ebitda intorno al 12% del fatturato e un Ebit del 7%». Conferma, inoltre, il piano di crescita previsto per il 2008, secondo il quale Exprivia dovrebbe arrivare a toccare un fatturato di 100 milioni di euro, obiettivo raggiungibile grazie anche a un programma di acquisizioni. «In questo momento c’è una situazione di mercato molto mobile, ci sono molte opportunità, per cui stiamo analizzando diverse ipotesi – conclude l’amministratore delegato -. Innanzitutto, abbiamo bisogno di aziende sane, il cui business sia complementare al nostro, in quanto sono diverse le aree su cui vogliamo consolidare le nostre capacità. Attualmente il nostro mix di fatturato è rappresentato da telecomunicazioni, industria e media, che pesano per un 35%, un altro 30% viene da Pa, utility e trasporti, un 25% dalle banche e un 10% da sanità/medicale».





