L’obiettivo dell’ente è di consentire facili alleanze transnazionali, per permettere alle aziende di 35 paesi del Vecchio Continente di avviare progetti altamente tecnologici con i migliori partner possibili, condividendo rischi e costi. Le esperienze di Fincantieri, Italtel e St Microelectronics
L’innovazione passa anche attraverso la cooperazione
internazionale. E l’ente europeo Eureka è da venti anni che opera al fine di
facilitare lo sviluppo di nuovi progetti con l’obiettivo di consentire alle
aziende di 35 paesi del Vecchio Continente di lavorare in sinergia per dar vita
a prodotti, tecnologie o servizi innovativi.
Il grande vantaggio che offre Eureka è la possibilità di venire facilmente in
contatto con le imprese di altre nazioni al fine di trovare i migliori partner
possibili per realizzare iniziative della più varia natura, le quali però devono
rispettare un fondamentale requisito: devono nascere da idee innovative.
Eureka non è però solo un elemento di contatto tra aziende. Opera infatti
anche come organo certificatore: ogni progetto che prende vita può fregiarsi del
marchio di qualità Eureka solo se supera un attento esame, che oltre
all’innovazione prevede come prerequisiti la partecipazione all’iniziativa di
almeno due aziende di due differenti paesi europei e la disponibilità di un
preciso piano di finanziamento. «L’approccio è market-driven, la burocrazia è
ridotta al minimo e i tempi di attesa per l’approvazione non superano i tre
mesi», ha affermato, in un intervento presso il convegno “Ho avuto una grande
idea…” tenutosi a Smau, Jean Claud Villettaz, amministratore delegato di
Euroagria, impresa svizzera che tramite Eureka si ripropone di aumentare la
competitività delle aziende europee che operano nel settore agricolo.
Alle parole di Villettaz hanno fatto eco quelle di Giovanni Scarpa di
Fincantieri, il quale ha puntualizzato come grazie a Eureka si possano ottenere
notevoli vantaggi: «Primo fra tutti un più facile accesso al mercato europeo
avendo la possibilità di poter operare con i migliori partner possibili, con i
quali condividere rischi e costi». Grazie ha Eureka, Fincantieri ha sviluppato
una serie di tool per simulare situazioni reali inerenti la sicurezza sia delle
persone sia ambientale da usare nella realizzazione di navi.
Eureka è ancora alla base dei progetti ad alto contenuto tecnologico che
stanno sviluppando Italtel e St Microelectronics. Nel primo caso si tratta di
Images, acronimo di Integrared Multiservice Architecture for Next Generation
Services, un’iniziativa volta a migliorare l’uso della banda per fornire servizi
capaci di soddisfare esigenze di diverso tipo e costruiti a partire da
infrastrutture comuni ma indipendenti. Per quanto concerne St Microelectronics,
i progetti in essere sono volti allo sviluppo delle nuove tecnologie costruttive
dei microprocessori. Attualmente è in fase di sviluppo quella a 45 nanometri. Sa
sottolineare che tra i partner di St in questa operazione ci sono Philips e
Freescale, che, non essendo una società europea, per poter partecipare a
iniziative di questo tipo ha aperto una centro di ricerca in Europa.
«I fondi destinati alla ricerca in Italia sono inadeguati – ha concluso Enzo
Agazzani, responsabile della romagnola Wam – e questo porta a una stagnazione
del sistema industriale. Grazie a Eureka si riescono ad avere quelle possibilità
di innovazione che il nostro Paese non offre».





