«Esportare la democrazia»

Pareri autorevoli su come fare It governance.

Nella Silicon Valley si è recentemente tenuta la Software Development 2006, occasione di incontro fra attori e autori di applicazioni e di metodi di gestione delle stesse.
È stato teatro di dibattiti interessanti (in particolare uno sullo stato dell’arte di Eclipse, il framwork opensource) e di esposizione di pareri autorevoli.

Come quello di Lee Nackman, direttore dello sviluppo della divisione Rational di Ibm.

Un manager che per il lavoro che fa ha titolo per poter esprimersi tanto su come si creano le applicazioni, quanto su come si collocano in un contesto organizzato d’impresa. Insomma, per estensione, sulla governance dell’It.

E proprio sulla materia “It governance”, Nackman ha confessato che le evoluzioni del software Rational sono state impostate seguendo l’impostazione politica, democratica, che caratterizza il panorama open source.

Quello che il responsabile di Ibm sostiene si debba fare è il tratteggiare una linea di unione fra la tematica governance con quella dello sviluppo comunitario, sotto il profilo della presa delle decisioni in un contesto progettuale.

Il che non significa che chi si occupa di governance debba fare ogni volta il censimento delle idee e delle righe di codice.
Esportare la democrazia dell’opensource nel contesto della gestione degli asset, piuttosto, significherebbe impostare il processo di sviluppo software affinché sia meno rigido e più adattabile ai cambiamenti di business.

Si tratta, insomma, di ragionare sul “come” le decisioni di investimento, impostazione e creazione di software sono prese, piuttosto che soffermarsi su aspetti come l’onerosità e l’annosità della gestione It.

Certo, trattasi di filosofia, ma interessante.

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