«Gli investimenti fatti nel 2007 sono stati tutti completamente ripagati dai risultati conseguiti nel corso dell’anno. Con lo stesso approccio gestiremo i costi relativi alle acquisizioni delle attività di Atos Origin in Italia e di Xaltia, che peseran …
«Gli investimenti fatti nel 2007 sono stati tutti completamente ripagati dai risultati conseguiti nel corso dell’anno. Con lo stesso approccio gestiremo i costi relativi alle acquisizioni delle attività di Atos Origin in Italia e di Xaltia, che peseranno sul bilancio del 2008. Questa è la politica da sempre adottata da Engineering». Così esordisce Paolo Pandozy, direttore generale della società, che abbiamo incontrato per conoscere come è andato il 2007 e quali sono le strategie che metterà in atto nel 2008.
«Nell’anno appena concluso, come attività ci siamo ulteriormente consolidati nei mercati di nostra competenza, come la finanza, un settore molto dinamico, che ha visto significative fusioni tra banche, i cui progetti importanti ci hanno sempre coinvolto, in quanto le nostre soluzioni sono risultate vincenti nei benchmark fatti con i prodotti dei competitor. In particolare, siamo stati molto impegnati sul fronte Basilea 2, area su cui abbiamo fatto numerosi investimenti e dove siamo stati di grande supporto per quelle realtà italiane che operano a livello internazionale».
Anche nell’area della Pubblica amministrazione, il 2007 è stato particolarmente positivo, in quanto solo nella Pa centrale la società ha raccolto ordini per oltre 120 milioni di euro.
«In questo settore continuiamo a crescere, anche se in realtà non fa molti investimenti, perché riusciamo a sfruttare la debolezza di alcuni competitor, che stanno invece uscendo da questo business. Tra finanza e Pa realizziamo quasi l’80% del nostro fatturato, mentre il resto è dato dagli altri mercati. Ora invece, con l’acquisizione del 100% dell’attività italiana di Atos Orgin ci stiamo aprendo anche ad altri mercati come le Tlc. Infatti, abbiamo una grandissima complementarietà nell’offerta: su 730 milioni di euro di fatturato che i due gruppi hanno realizzato nel 2007, solo 30 milioni sono frutto di attività svolte sugli stessi clienti. Tutto il resto è su mercati diversi, come telecom e industria, o su servizi diversi, in quanto Atos Origin fa un mestiere che Engineering non ha mai fatto, quello dell’outsourcer, attività che gestisce con la struttura di Pont St. Martin vicino ad Aosta. Di queste nuove competenze potranno beneficiare anche i clienti di Engineering, in particolare banche e assicurazioni. Atos Origin cambierà nome, dobbiamo ancora decidere quale, ma rimarrà una società a parte, con un proprio management, e sarà focalizzata su telecom, industria e sull’offerta di servizi basata sull’infrastruttura di Pont St. Martin. Grazie al nuovo assetto, diventiamo il primo system integrator italiano e il terzo player nell’area dei servizi Ict».
A questa acquisizione, costata circa 45 milioni di euro si è aggiunta anche quella di Xaltia (15,1 milioni), che completa ulteriormente l’offerta del gruppo nelle telecom.
«L’attività di Atos è essenzialmente basata sui sistemi che si chiamano Business support systems, che sono a supporto del business, come la fatturazione e tutta la parte non tecnica, mentre con Xaltia entriamo nel business degli Operating support systems, che sono quei sistemi che fanno funzionare la rete. L’attività di Xaltia, dunque, è quella di erogare servizi a valore aggiunto attraverso la rete e questa acquisizione è strategica perché un domani le società di Tlc non guadagneranno più tanto sul trasporto voce-dati, quanto sui nuovi servizi che vengono offerti. E la società fa proprio questo: raccoglie i contenuti sui vari media, come ad esempio telegiornali o film, e li trasmette sul telefono cellulare. Oppure è la piattaforma attraverso la quale si fanno servizi basati su Sms, come le partite, la Borsa e via dicendo. Per dare un’idea, la società nel 2007 ha gestito 700 milioni di messaggi».
Per quanto riguarda le previsioni del 2008, Pandozy conta di raggiungere un fatturato più o meno in linea con quello del 2007, «anche perché pensiamo di pulire alcuni rami del fatturato di Atos che non sono remunerativi, per poi continuare a crescere e arrivare a circa 800 milioni come crescita interna nel 2010. Prima di fare questa operazione noi non avevamo debiti, per cui a valle del 2008 tra acquisizioni e investimenti arriveremo a un debito di 70 milioni, una cifra elevata ma pur sempre inferiore all’Ebitda previsto per il 2008 di 76 milioni. Di solito, infatti, viene considerata sana un’azienda che ha debiti 4 volte il valore dell’Ebitda».
Ma non è tutto. «Oggi Engineering fattura 45 milioni con l’estero, in gran parte provenienti da Atos, per cui intendiamo consolidare questo business, aprendo delle filiali estere nelle aree in cui sono già avviate delle attività dall’Italia, di solito al seguito di grandi aziende nazionali. E la prima sede che avvieremo nel 2008 sarà in Brasile».





