È l’integrazione che abilita al riutilizzo dei servizi

Un “pure player” dell’EAI, qual è Iona, ci spiega come le architetture orientate ai servizi siano perseguite da tempo, precisando il valore apportato dalle nuove tecnologie

Cosa ne pensa di quello che sta accadendo attorno al mito delle Service oriented architecture chi di mestiere fa integrazione applicativa? Ce lo ha spiegato Iona, per bocca del suo responsabile per il sud Europa, nonché country manager italiano, Massimo Cazzaniga. Iona è nel mercato dell’EAI (Enterprise applicaiton integration) dagli anni 90 con il prodotto Corba (Common object request Broker architecture) chiamato Orbix e, in seguito, con Artix, l’Enterprise service bus (ESB) di generazione moderna e, quindi, abilitatore di SOA.


"In realtà – ha detto il manager – se l’obiettivo di SOA è quello di implementare architetture orientate ai servizi, si tratta di finalità analoghe a quelle di Corba. Probabilmente, al debutto del concetto SOA non si è tenuto conto del fatto che non si interagisce mai con una lavagna bianca. E il legare le architetture orientate ai servizi alla logica del riutilizzo riposiziona il tema dell’integrazione come centrale". Rispetto a un’architettura di EAI, che richiede un "impianto" e uno sforzo iniziale considerevole, Iona sostiene che SOA permette di concepire una visione globale del business partendo da una singola necessità, con tempi e costi adeguati alle attuali contingenze.


È una visione simile a quella degli altri player che Iona concretizza con un paio di referenze sul nostro territorio. La prima riguarda una grande realtà nell’ambito della logistica e distribuzione, che ha adottato Artix per un progetto di business partner interation. "Conviviamo con tecnologie Bea, Tibco e BizTalk – ha detto Cazzaniga -. Il nostro ESB ha il compito di agire su processi specifici facendo da collante". La seconda implementazione vede Iona impegnata per conto di un noto operatore telefonico. Obiettivo è la costruzione di una piattaforma di messaging che consenta di far dialogare differenti sistemi. In generale, la fotografia Italiana scattata dal produttore per il 2005 ritrae una sensibilità crescente verso la tematica SOA. Ci sarebbero, insomma, molti progetti potenziali, comunque concepiti perseguendo traguardi puntuali. "E questo anche grazie a Ibm, che sta facendo evangelizzazione con le forze che può mettere in campo sul territorio". Proprio rispetto ai big del middleware, che oltre all’ESB offrono la gestione del ciclo di vita delle SOA, Cazzaniga ha chiarito che Iona non resterà spiazzata. "Stiamo agendo per fornire tutti gli strumenti necessari attorno al bus, dall’orchestrazione dei processi al loro monitoraggio. La versione 4.0 di Orbix, che arriverà il prossimo marzo, conterrà buona parte del completamento d’offerta". Per promuovere la propria tecnologia, Iona punta anche sull’open source. Si tratta del progetto Celtix, gestito dal consorzio ObjectWeb, il cui codice è disponibile da pochi mesi. Una scelta, questa, particolare, dato che affianca un ESB "aperto" a uno commerciale. "Abbiamo intrapreso questa strada per diffondere la conoscenza del nostro brand presso gli utenti tecnici – ha concluso il manager -. Inoltre, pensiamo al ritorno in termini di servizi, sia nell’ambito del progetto open che con la proposizione Artix.

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