Presentato dall’Osservatorio Ict del partito di Rutelli il libro bianco sull’innovazione
L’Osservatorio Ict della Margherita ha presentato, in occasione della festa
del partito del vicepremier Rutelli svoltasi pochi giorni fa a Caorle, “Ripartire con l’innovazione -Il futuro che
vogliamo”
, il 4° Libro Bianco sull’Innovazione. Il titolo si giustifica con il duro giudizio che il partito dà dei cinque anni di governo berlusconiano per quanto riguarda le tematiche legate allo sviluppo dell’Ict. Per questo ora che la Margherita è arrivata al governo il Libro bianco dice che si può ripartire puntando su “sistema
organico di progetti-Paese per l’innovazione, seguendo un approccio che rende concreta la trasversalità degli interventi sull’innovazione, a partire da una proposta di sistema sull’architettura istituzionale basata su un equilibrio di competenze territoriali e coordinamento centrale”.
Le misure per l’innovazione,
prosegue l’analisi, hanno
carattere di urgenza, ma devono comunque essere
impostate in un’ottica sistemica. Elemento chiave di
queste politiche è il riconoscimento del valore
essenziale del coinvolgimento politico degli attori del Sistema dell’Innovazione. Regioni e gli altri enti locali fino ad arrivare alle comunità montane devono essere coinvolte nel processo che deve riguardare “otto aree di intervento progettuale,
di cui tre trasversali (e-government, infrastrutture,
contenuti digitali) e cinque specifiche di settore
(scuola e formazione, sanità e telemedicina, turismo e
beni culturali, technology transfer e imprenditorialità innovativa,
media e industria culturale)”.
Per ogni area sono delineati dei
progetti che vanno dal rilancio della Carta d’identità elettronica alla spinta
al federalismo fiscale, dalla valorizzazione dei beni culturali in un’ottica di
promozione turistica del territorio ai progetti di telemedicina. Progetti.
almeno in un caso, già in fase operativa visto che è partito il tavolo
interministeriale sulla Carta d’identità elettronica, ma che devono trovare
la collaborazione degli altri stakeholder (gli enti locali) “secondo un
metodo bottom-up che si confronta costantemente con le problematiche concrete
dei cittadini.
E’ però altrettanto fondamentale che questo approccio
non lasci poi aperta la strada alla proliferazione dei
“sotto-approcci”, che sia, in modo aperto, rispondente a una regia e ad
alcuni basilari indirizzi di fondo che ne garantiscano l’armonizzazione a
livello nazionale. In altri termini autonomia nella scelta del meccanismo di
innovazione nel quadro di una tutela e di un supporto garantito da una forte
capacità di regia e di indirizzo che fino ad oggi è mancata e che, da ora, il
Governo centrale dovrà fornire”.





