Dove vuoi innovare oggi?

Perché un manager lascia l’Ict consolidata per imboccare la strada dell’innovazione. Nelle parole di Francesco Orrù, da oggi, un ex di Microsoft.

Uscire dall’Ict consolidata, per innovare, per la voglia di fare business come Ict impone, ovvero per proporre al mondo dell’azienda sempre una sfida nuova.


È questo il senso della fuoriuscita da Microsoft di un manager che gli operatori del settore e gli utenti hanno avuto modo di ben conoscere nei quasi tre lustri che ha trascorso fra la via Rivoltana e Milano San Felice.


Francesco Orrù oggi lascia la filiale italiana della casa di Redmond, dopo essere stato protagonista diretto di iniziative di cui l’innovazione è sempre stato il determinante.
Ricordiamo a memoria l’approccio alle associazioni di categoria e agli ordini professionali, il progetto Soluzioni 2000, il portale per le piccole e medie imprese bCentral.it, il progetto Bussola d’Impresa.


Tutte esperienze condotte grazie all’inestimabile possibilità di fare impresa dentro la pancia di una multinazionale, per usare le parole di Orrù.

Ma andar via da Microsoft significa voler lasciare l’Ict?
No. Sentite Orrù.


«Il mercato Ict resta estremamente interessante, c’è veramente molto da fare. Quando si parla di crisi del mercato Ict è perché si dà abitualmente voce a chi in realtà, nell’interpretare i dati di mercato, tende a parlare stancamente del proprio problema, spesso quello di dover proporre qualcosa che è già stato venduto a clienti, che continuano ad utilizzarlo in modo soddisfacente, con il bisogno di inventarsi quindi motivazioni aggiuntive per violentare il ciclo naturale di sostituzione.
Ciclo che, nel software, bene non deperibile, è molto più lungo che nell’hardware, a meno di salti significativi di innovazione.
Il tutto sotto la pressione dell’inevitabile richiesta di risultati di crescita a due cifre, quando la focalizzazione, per poi riuscire veramente a crescere a due cifre, dovrebbe essere nel concepire nuovi modi per proporre soluzioni, per arrivare alla mente ed al cuore del cliente».


L’uscita di Orrù, allora, significa che in Microsoft sia finita l’estate delle nuove soluzioni? Non abbiamo in mano gli elementi per poter affermarlo, salvo una lezione e un’intenzione espresse dalla stessa persona che quelle iniziative di sviluppo del mercato sopracitate ha voluto e curato.


La lezione di vita professionale che ci restituisce Orrù, quindi, ha come tema “arrivare al cuore del cliente” e come svolgimento prende le mosse da un semplice assunto: libertà d’innovazione.


E verso dove si deve o si può andare?


«Oltre l’orizzonte dell’Ict tradizionale – dice Orrù – che in diversi segmenti denota appunto ormai una certa maturità, ci sono interessanti aree dove c’è molto da fare, specialmente se si considera che l’ampio mercato della piccola impresa resta tutt’oggi un’incompiuta per l’Ict. E questo forse è anche il momento delle nicchie, come l’interoperabilità applicativa, il mobile business, servizi in Asp, gli smart payment, la sicurezza, che, con il modello di business appropriato, possono rivelarsi delle miniere d’oro».


Cosa farà questo manager dell’Ict italiana, forte di una decina d’anni di rapporti con le piccole e medie imprese, ancora non è dato di sapere. Qualcosa di sicuro farà. Magari con una start up, da sempre miglior emblema dell’innovazione.

Pertanto, in bocca al lupo, Orrù. E in bocca al lupo, anche, mercato Ict.

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