Os X, la piattaforma su cui Apple conta di far riferimento per i prossimi quindici anni, è disponibile dal 24 marzo, in versione pacchettizzata. Il nuovo sistema operativo è stato sviluppato attorno a un kernel Unix, disponibile in open s …
Os X, la piattaforma su cui Apple conta di far riferimento per i
prossimi quindici anni, è disponibile dal 24 marzo, in versione
pacchettizzata. Il nuovo sistema operativo è stato sviluppato attorno
a un kernel Unix, disponibile in open source, su cui poggia
l’interfaccia grafica Aqua, oltre alla Java Virtual Machine 2.
Disponibile in sette lingue, Os X integra la stabilità propria di
Unix con un sistema multitasking preempitivo, il supporto
multiprocessore, la protezione della memoria e l’immediatezza
dell’interfaccia grafica Mac Os. Tra i punti critici del nuovo
sistema, c’è però la compatibilità all’indietro. La modalità Classic
permette l’uso di applicazioni Mac Os standard, ma la presenza di Os
9.1 è indispensabile. Questa modalità poggia, infatti, sulle
estensioni scritte per la versione 9.1. Conseguentemente, l’utente,
per migrare a Os X, non può non passare prima per 9.1. Quando
arriveranno le applicazioni native, la richiesta di compatibilità
all’indietro diventerà sempre più superflua, fino a che si potrà
usare Os X senza installare sul disco fisso anche 9.1. La prima parte
della nuova offerta software, in grado di sfruttare l’interfaccia
Aqua, sarà composta da versioni ibride e in parte riscritte,
soprattutto nei casi in cui le applicazioni usano routine che si
richiamano direttamente a risorse del sistema, senza passare per le
Api standard. Le prime applicazioni veramente native, capaci di usare
le risorse del sistema non saranno, però, disponibili prima della
fine dell’anno.





