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Il sapere è di tutti, ma non tutti sanno tutto.

Una trasmissione della Televisione Svizzera Italiana, Falò, ha
messo gli occhi sul fenomeno del “copia e incolla” nelle università, elvetiche
ovviamente.

È partita dalla constatazione dell’uso massivo che si fa di
Internet, anche a livello accademico, per rilevare che i casi di tesi di laurea
o lavori di dottorato che contengono interi paragrafi di pubblicazioni e studi
precedenti, oramai si moltiplicano.

Vista come una vera e propria piaga,
quella del “copia-incolla” del sapere ha spinto alcuni istituti elvetici a
dotarsi di figure professionali specifiche e di strumenti informatici
appropriati per contrastare il fenomeno.

Di strumenti che facilitano il
compito di verifica, peraltro, ne esistono, come i motori di ricerca semantici,
che analizzano il linguaggio naturale e anche il senso dei contenuti.

La
società di Cambridge, Autonomy, è stata pioniera in tal senso.

Magari
sono un po’ costosi, ma ci sono, e i cattedratici, che sono persone dalle mille
risorse potrebbero, nel nome della scienza, anche farseli regalare, dietro un
po’ di pubblicità.

Non conosciamo la situazione italiana, ma crediamo
che la strada della concessione gratuita della tecnologia “anti-plagio” sia
l’unica percorribile.

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