Disaster recovery e nuovi Atm nelle sfide del 2007

Concentrazione e normative di settore impongono alle banche nuovi traguardi. E il rinnovamento delle tecnologie informatiche è il mezzo con il quale gli istituti nazionali cercano di vincerle

Il settore bancario è il comparto produttivo che investe di più in tecnologie informatiche. Secondo le elaborazioni Abi Lab su dati della Banca d’Italia, infatti, questo segmento pesa per il 23% sulla spesa Ict complessiva nazionale, ovvero circa 6,3 miliardi di euro a consuntivo del 2005 (ultimi dati forniti sul settore). A prevalere sono soprattutto le soluzioni di gestione dei processi core della banca (le cosiddette operation), la cui spesa si avvicina al 65% del totale. A seguire, i processi di supporto (il 13,8%), ma investimenti consistenti sono stati compiuti nel corso del 2006 anche nelle tecnologie a sostegno dei processi di marketing e commerciali, oltre che sul servizio al cliente, che nel loro complesso cubano l’11,8% del totale, seguiti dai processi direzionali (il 9,9%).


Diverse sono le elaborazioni del Rapporto Assinform, che rileva un lieve incremento (+0,6%), a consuntivo del 2005, con gli investimenti It passati dai 4,39 miliardi di euro del 2004 a 4,42. A trainare è la componente hardware, sia per effetto della sostituzione del parco Atm, sia per gli investimenti legati ai progetti di disaster recovery. Questi ultimi sono stati fortemente influenzati dalla scadenza, fissata al 31 dicembre 2006, per l’entrata in vigore in Italia degli obblighi relativi alla continuità operativa degli istituti di credito, sancita da Basilea 2.
I sistemi informativi sono investiti da una serie di novità: anzitutto la progressiva concentrazione del mercato, che si polarizza intorno a pochi grandi gruppi. Avviata alcuni anni fa, nel corso del 2006 ha subìto un’impennata considerevole. Basta pensare che le fusioni di Intesa e Sanpaolo Imi, di Banche Popolari Unite e Banca Lombarda, di Banco Popolare di Verona e Novara e Banca Popolare Italiana, hanno dato luogo, rispettivamente, al primo, terzo e quarto gruppo bancario italiano.


Ovviamente, i sistemi informativi sono al centro dei processi di integrazione in quanto diretta conseguenza delle fusioni, perché rappresentano il cuore pulsante dell’operatività bancaria. Proprio a queste attività, secondo Abi Lab, è destinata una quota del budget It piuttosto consistente, variabile tra il 12 e il 32% del totale, in funzione del grado di complessità ed eterogeneità dei sistemi precedenti. Le sinergie di costo attese dall’It si attestano, invece, tra il 20 e il 30% dei risparmi totali previsti nei piani di fusione.

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