Disaccordi nel G8 sulla lotta al cybercrimine

“I grandi del mondo stanno discutendo a Parigi sulle misure da adottare per combattere l’emergente criminalit` informatica. Tuttavia, mentre gli Stati Uniti caldeggiano una forza di polizia “”elettronica”” trasversale, gli Europei non vogliono scavalcare le “

Per ora, al G8 di Parigi (organizzazione in comune tra Francia e
Giappone), la lotta al cybercrimine sembra poco più di una volontà
comune e un po’ diplomatica. Tutti i rappresentanti dei paesi più
industrializzati del mondo sono d’accordo sul principio, a cominciare
dai padroni di casa, ovvero il primo ministro francese Lionel Jospin
e il suo ministro dell’interno, Jean-Pierre Chevenement. Entrambi
hanno ribadito che, nel turno di presidenza francese dell’Unione
europea, che inizierà il prossimo 1 luglio, la lotta alla delinquenza
informatica sarà una priorità, ma hanno anche sottolineato che
occorrerà "preservare la libertà e combattere gli eccessi".
Apparentemente, tutti i rappresentanti del G8 sono d’accordo sul
fatto che il fenomeno vada combattuto attraverso la cooperazione
internazionale e con un dialogo permanente fra poteri pubblici e
settore privato. Ma sulle soluzioni, per ora, non si sono fatti
grossi passi avanti. Gli Stati Uniti hanno proposto la creazione di
una sorta di cyberpolizia transnazionale e al di sopra delle
sovranità delle singole nazioni. Gli europei, Francia in testa, non
sono però d’accordo e Chevenement lo ha ribadito
chiaramente:"l’idea che Internet sia uno stato di non diritto, che
il cyberspazio necessiti di un regime giuridico specifico e che debba
esistere una polizia al di sopra delle leggi nazionali è totalmente
inesatta"
. Pertanto, l’azione collettiva contro il crimine on
line va inquadrata nell’ambito delle sovranità nazionali, rafforzando
le azioni, ma rispettando la privacy. In sostanza, gli europei
vogliono che il mondo Internet sia assimilato a quello ordinario, che
già ha le proprie regole di cooperazione in materia di criminalità e
delle relative inchieste. Perquisire a distanza un pc "sospetto" non
sarà possibile senza il controllo di un giudice sul posto.
Un’altra soluzione paventata è stata quella della creazione di un
forum, con basi in ciascun paese, dove siano raggruppati tutti gli
attori che hanno a che fare con il mondo Internet. Questo passo
consente di evidenziare come il G8 abbia, come mai in passato, fatto
appello in quest’occasione anche ai grandi gruppi privati, ovviamente
legati all’informatica. Il "colpo" del virus I Love You ha generato,
in alcune aree, momenti di autentica paralisi tecnologica, che
peraltro corrispondono a eguali situazioni sul piano giuridico e
politico. Dunque, a Parigi, accanto ai ministri delle otto nazioni
più industrializzate, siedono rappresentanti delle varie Microsoft,
Cisco, Alcatel o Vivendi e a ciò si aggiunge uno spazio in cui le
aziende di punta del settore possono presentare le proprie soluzioni
in tema di sicurezza informatica.
Si arriverà a conclusioni immediatamente operative? Secondo i più, la
risposta è no e tutto sarà rimandato al prossimo vertice, in
programma a Okinawa.

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