«Il vantaggio della proposizione open source sta in una qualità verificabile – ha sottolineato Andrea Caddeo, portavoce Aifi (Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital) – e le aziende hanno bisogno di strumenti di qualità per migliorar …
«Il vantaggio della proposizione open source sta in una qualità verificabile – ha sottolineato Andrea Caddeo, portavoce Aifi (Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital) – e le aziende hanno bisogno di strumenti di qualità per migliorare la produzione. L’open source può, dunque, costituire una base d’innovazione ed è per questo che è importante ripensare le politiche di finanziamento». Ribadendo la propria proposizione, la società di consulenza e analisi di mercati digitali Sirmi e l’Associazione degli Investitori Informali in Capitale di Rischio Iban hanno lanciato l’iniziativa Digital Ban, un network di business angel pensato per start-up innovative in cerca di finanziamenti e per chi vuole investire nel mercato digitale, necessitando quindi di un punto di riferimento strategico. L’iniziativa vuole dare spazio ai software e alle tecnologie It “made in Italy”, incluso l’open source, supportando le giovani aziende nel reperimento dei necessari fondi di rischio. Lino Pompili, Presidente Artigiancassa e componente della Presidenza nazionale Cna a questo proposito ha annunciato che, per effetto degli accordi tra le associazioni artigiane e il Gruppo Bpn Paribas, all’inizio del 2009, con la nascita della Nuova Artigiancassa, le sedi Cna/Confidi saranno deputate a istituire pratiche di finanziamento in tempi molto brevi anche nell’ambito di progetti che prevedono lo sviluppo di qualsiasi software, purché dotati di analisi approfondite sia del mercato che del target di riferimento.





