DeltaDator diventa Dedagroup

Intervista all’amministratore delegato Camisa, che conferma un programma di raddoppio di fatturato in tre anni e di investimenti in ricerca e sviluppo. In arrivo anche nuove acquisizioni.

Con l’approvazione dell’ultimo bilancio consolidato di gruppo (chiuso a fine 2007), che sostanzialmente ha registrato ricavi per circa 100 milioni di euro e il ritorno all’utile, l’assemblea degli azionisti della trentina DeltaDator ha anche deliberato il cambio di nome, che diventa Dedagroup.

Con questa mossa intende maggiormente sottolineare la diversità nella continuità ed enfatizzare maggiormente, rispetto al passato, il concetto di gruppo (costituito da una federazione di imprese), che oggi conta circa 800 risorse distribuite in 18 sedi.

Il marchio è rappresentato da un alberino stilizzato che vuol significare l’unicità del progetto ma allo stesso tempo la diversità delle competenze all’interno in un concetto federativo. «Lo scopo – ci spiega in questa intervista l’amministratore delegato, Gianni Camisa – è quello di continuare a operare con la snellezza delle singole unità supportate dalla robustezza di un grande gruppo che ha funzioni unificate di staff e di supporto. È stato, inoltre, confermato un piano di crescita molto ambizioso per il prossimo triennio, sia per linee interne che esterne, e che sostanzialmente parla di un raddoppio del fatturato entro il 2011 e di investimenti consistenti in R&D, che si aggirano sui 30 milioni di euro, autofinanziati, per potenziare la nostra offerta nel mondo dei servizi tecnologici infrastrutturali».

Offerta che il gruppo rivolge a imprese ed aziende (oltre 1.200), a enti pubblici (600) e quasi 150 tra banche e assicurazioni e che si declina in servizi di data center, outsourcing, facility management, Ams, sicurezza, disaster recovery, sostanzialmente rivolti ai mondi di elezione del gruppo, come quello delle banche e della Pubblica amministrazione locale.

A tutto questo si affianca anche l’altra strategia relativa alle acquisizioni, che consentirà a Dedagroup «di fare un ulteriore salto qualitativo e quantitativo, alla quale indicativamente è stata dedicata un’altra trentina di milioni di investimento, e già adesso la società sta analizzando una serie di valutazioni di opportunità di acquisto» anticipa Camisa.

Peraltro, il gruppo ha perfezionato prima delle vacanze l’acquisizione del 60% di Core, che assieme a SinerGis va a costituire «un polo specialistico nelle soluzioni di Geographic information system per la Pa, che è già operativo sul mercato e che vanta un market share di oltre il 20% – sottolinea il manager – . Da poco, inoltre, abbiamo acquisito il 30% di una società di Milano, la Piteco, leader in Italia nelle soluzioni gestionali per la tesoreria aziendale, una bellissima azienda di una settantina di persone che sviluppa un business attorno agli 8 milioni di euro e che vanta clienti blasonati e di fascia alta. Questa è una realtà, che punta su specializzazione di nicchia, competenza e alta riconoscibilità delle soluzioni, e che ben si integra nel nostro modello di business e con tutto quello che noi facciamo nel mondo Sap attraverso Derga».

Per quanto riguarda le acquisizioni future, in quali settori state guardando con maggior attenzione? «In questo momento – risponde Camisa – stiamo analizzando in particolare due aree: una è l’espansione nel mondo della Pubblica amministrazione locale, dove ci sono realtà piccole che però hanno un bel parco installato di clienti. L’area che però stiamo valutando con più attenzione in questo momento è proprio il mondo delle soluzioni infrastrutturali e tecnologiche, per cui cerchiamo realtà che operano in ambiti non strettamente applicativi ma più orientati alle soluzioni e ai servizi di data center, perché questo ci permetterebbe di fare rapidamente un salto qualitativo e quantitativo in questo mondo».

Per il 2008 Dedagroup prevede di superare i 100 milioni di fatturato, dal momento che nel primo semestre ha visto crescere i ricavi del 20%, in quanto sta raccogliendo i frutti degli investimenti fatti in passato sul software, in particolare in ambito bancario, dove ha sviluppato una serie di soluzioni specifiche che le permettono di affrontare progetti end to end.
 
«Stiamo inoltre facendo delle interessanti esperienze all’estero, nell’informatizzazione delle piccole banche che un nostro cliente come Banco Popolare ha acquisito nei Paesi dell’Est: abbiamo fatto un’ottima esperienza nella Repubblica Ceca e adesso abbiamo altri cantieri che stanno partendo. Sostanzialmente analoga la situazione nella Pubblica amministrazione locale, dove stiamo ottenendo un significativo riscontro con le nostre applicazioni, che oggi hanno una copertura completa, mentre l’altro aspetto che inizia a diventare rilevante è quello del Gis, dove abbiamo avviato importanti progetti che hanno anche una significativa marginalità, in quanto stanno diventando sempre più complessi e articolati».

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