A due mesi dalla sua presentazione, il Senato approva il decreto legge proposto dal Ministro Fornero, che apporta sostanziali riforme al mercato del lavoro, soprattutto in tema di articolo 18 e contratti a tempo.
Il Sole 24 Ore Radiocor – Dopo il disco
verde dell’Aula, il Ddl Fornero di riforma del mercato del lavoro esce dal
Senato, dopo quasi due mesi dalla sua presentazione lo scorso 5 aprile, con
diverse novità introdotte durante l’esame del provvedimento in commissione
Lavoro. Novità confermate nel testo dei quattro maxiemendamenti interamente
sostitutivi del testo sui quali il Governo ha ottenuto la fiducia.
Novità sono state introdotte sia sulla flessibilità in
entrata che su quella in uscita (l’articolo 18) e sul capitolo ammortizzatori.
Proposto dalla commissione Bilancio ma poi non accolto nel testo un
alleggerimento di una misura di copertura: la riduzione dal 5 al 7% del taglio
della deduzione forfetaria, a fini Irpef, del canone di locazione (ora la
deduzione è al 15%). Queste le principali novità:
Co.co.pro. – viene previsto una sorta di
“salario base” e verrà rafforzata in via sperimentale per tre anni l’indennità
di disoccupazione una tantum che potrà essere di 6mila euro per un periodo di
lavoro di almeno sei mesi in un anno.
Partite Iva – Cambiano i
requisiti per certificare le “vere” partite Iva. Una delle principali novità è
che una partita Iva sarà considerata tale se la persona avrà percepito un
reddito annuo lordo da lavoro autonomo di almeno 17-18mila euro.
Job on call – L’avvio del
lavoro “a chiamata” o “intermittente” potrà essere comunicato dal datore di
lavoro alla Direzione territoriale del lavoro competente per territorio con
“sms, fax o posta elettronica certificata”. In caso di violazione di questi
obblighi viene fissata una sanzione tra 400 e 2.400 euro. Inoltre viene
“liberalizzato” per gli under 24 e gli over 55.
Contratti a tempo determinato – Viene raddoppiata la possibile durata del primo contratto senza
causale da sei mesi ad un anno. Inoltre, gli accordi interconfederali e i
contratti collettivi potranno prevedere, in alternativa a questi 12 mesi, una
“franchigia oggettiva” nei casi di specifici processi organizzativi (avvio di
una start up, lancio di un nuovo prodotto, rilevante cambiamento tecnologico,
progetto di R&S, proroga di una commessa) nel limite del 6% dei lavoratori
occupati nell’unità produttiva. Cambia anche il “periodo di inibizione” tra più
contratti: si passa da 60 e 90 giorni a 20 e 30.
Articolo 18 – La possibilità
di reintegro in caso di licenziamento per motivi disciplinari potrà essere
decisa sulla base dei contratti collettivi, senza riferimento alla legge. Viene
poi prevista l’efficacia del licenziamento disciplinare dal momento della
comunicazione con la quale il procedimento è avviato. Quindi la procedura di
conciliazione non viene bloccata dalla malattia. Uniche eccezioni: maternità o
infortuni sul lavoro. Novità sono state approvate anche sulle modalità del
processo di appello. Sempre in tema di licenziamenti individuali sono state
riscritte le misure sulla individuazione di luogo e modalità con cui la
comunicazione può essere effettuata e viene prevista la possibilità di una sospensione
di 15 giorni della procedura conciliativa in caso di legittimo e documentato
impedimento del lavoratore ad essere presente all’incontro.
Produttività – Si conferma a
regime dal 2012 e si semplifica la procedura per gli sgravi contributivi per i
premi di produttività introdotti in via sperimentale per il triennio 2008-2010.
Le risorse previste, e già in bilancio, sono 650 milioni.
Partecipazione lavoratori – Approvata
una delega per introdurre in Italia forme di partecipazione dei lavoratori
nella vita dell’impresa sulle linee della direttiva europea; fra le varie forme
di partecipazione anche quella agli utili o al capitale dell’impresa,
all’attuazione e al risultato dei piani industriali, al controllo
sull’andamento o su determinate scelte di gestione aziendali.
Aspi – Si consente la possibilità di
prendere tutta insieme l’indennità di disoccupazione per avviare un’attività di
lavoro autonomo. È una misura sperimentale per il periodo 2013-2015, entro un
tetto di spesa di 20 milioni per ciascuno dei tre anni.
Disoccupati – viene rivista la
soglia che fa scattare la perdita dell’indennità in caso di rinuncia a un
lavoro. Nel testo originario la remunerazione doveva essere non inferiore del
20% all’indennità, con la modifica dovrà essere superiore di almeno il 20 per
cento.
Apprendisti – Viene chiarito
che, anche se non si supera la quota del 50% delle conferme, si potrà comunque
assumere un apprendista.
Ticket – È stata decisa la
soppressione della norma che abrogava l’esenzione dai ticket sanitari per i
disoccupati a basso reddito.
Mutui – Cambiano le regole per
accedere alla sospensione delle rate di mutuo sulla prima casa. Fra le novità
viene chiarito che la sospensione “non comporta l’applicazione di alcuna
commissione o spesa di istruttoria ed avviene senza richiesta di garanzie
aggiuntive”. Le norme riscrivono i requisiti per poter fare domanda con una
maggiore attenzione ai lavoratori cosiddetti “atipici”.
Stop pensioni a mafiosi – Stop a indennità
di disoccupazione, assegno sociale, pensione sociale e di invalidità per chi è
condannato per reati di mafia, terrorismo, azione eversiva o stragi o per aver
agevolato queste attività illecite. La misura prevede anche la revoca della
pensione quando abbia origine da “un rapporto di lavoro fittizio a copertura di
attività illecite” legate a questi reati.
Congedi – Viene rivisto il congedo di
paternità nei primi cinque mesi di vita del figlio: sarà obbligatorio un giorno
e facoltativo e in accordo con la madre per gli altri due. Inoltre, i voucher
per la baby-sitter potranno essere utilizzati anche per pagare le rate
dell’asilo pubblico o privato.
Dimissioni in bianco – Vengono
riscritte le misure per il contrasto a questa pratica per renderle più
efficaci.
Voucher – Imprese commerciali e studi
professionali potranno usufruire del lavoro tramite voucher con un tetto di
2mila euro a favore di ciascun committente. I voucher potranno essere
utilizzati in agricoltura con modalità differenti a seconda della grandezza
dell’azienda: per quelle sotto i 7mila euro di fatturato il ricorso sarà
“libero” (a esclusione dei lavoratori iscritti negli elenchi nominativi) mentre
per quelle al di sopra sarà limitato a pensionati e studenti under 25. Previsto
un valore orario da aggiornare sulla base del confronto tra le parti.





