La maltese Bremen Software ha presentato un nuovo linguaggio di programmazione per le modifiche al proprio gestionale Target Cross. I partner/distrubutori del gruppo Four Bytes hanno così a disposizione un originale strumento di personalizzazione degli applicativi.
23 giugno 2003 Esistono Erp made in Italy e non da oggi. Esistono diverse aziende nostrane che operano su questo mercato e, in alcuni casi, si contendono anche la primogenitura del rilascio del primo gestionale Windows o a oggetti, a cavallo fra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta. Four Bytes si è battuta, con vittorie anche legali, su questo fronte, ma da allora è passata parecchia acqua sotto i ponti e oggi l’azienda modenese si presenta sul mercato con una struttura assai diversificata, che in Italia ha la forma giuridica del gruppo (costituito insieme a Isp), che raccoglie diverse società di distribuzione sul territorio, fra le quali Four Solutions, che ha ereditato nel 2002 la commercializzazione dell’Erp Target Cross. Emanazione della società è anche Bremen Software, braccio autonomo dedicato allo sviluppo, che si è radicato nell’originale e suggestiva realtà di Malta, dove oggi opera e lavora per il gruppo emiliano.
Da lì arriva anche la più recente novità, che non riguarda particolari caratteristiche della soluzione Erp, ma un nuovo approccio per operare sugli applicativi esistenti nelle aziende, in modo da eseguire le modifiche che il cliente richiede o effettuare personalizzazioni, ottimizzando tempi e costi. La soluzione, presentata da Stefano Querzé, presidente di Bremen, è Instance Dev, un linguaggio di programmazione basato su Omnis (oggi di proprietà di Raining Data), che presenta l’originale caratteristica di lavorare sulle istanze anziché sulle classi. In generale, i linguaggi di programmazione object oriented generano classi, che si trasformano in istanze al momento in cui il programma viene utilizzato. Un’istanza, in pratica, è una rappresentazione particolare e temporanea di una classe.
La modifica delle istanze, su cui lavora Instance Dev, permette un livello di personalizzazione assai più elevato e ragionevolmente più semplice, visto che non richiede la compilazione di tutto il codice. Inoltre, questa procedura non compromette la bontà del codice, salvaguardando così anche la compatibilità delle versioni. «Omnis è stato scelto – dichiara Querzé – per il modo particolare in cui è strutturato. Il programma che ne scaturisce non è un compilato, bensì una sorta di database, dove gli oggetti sono memorizzati esattamente come se fossero dati. Questo permette le modifiche durante l’esecuzione del programma». Insomma, Omnis ha anticipato, in tempi non sospetti, ciò che, a detta di Querzé, è l’approccio attuale di ambienti di sviluppo come Java e .Net.





