Il numero e l’impatto dei cyberattacchi che colpiscono le organizzazioni è in costante crescita, evidenzia Kaspersky Lab. Considerando questo panorama, l’ultima ricerca condotta da Kaspersky Lab ha valutato il punto di vista di varie organizzazioni, europee e italiane, in tema di sicurezza informatica.

Dalla ricerca di Kaspersky Lab è emerso che, per un decision maker in ambito It su 5 (21%), il numero di cyberattacchi rivolti alle aziende è aumentato negli ultimi 12 mesi rispetto all’anno precedente.

In Italia questa percentuale è pari al 15%.

Più della metà degli intervistati pensa che per i cybercriminali sia facile portare a termine delle azioni malevole senza lasciare alcun indizio. È il 57% in generale, il 56,3% per il nostro Paese, con picchi che raggiungono il 65% in Regno Unito e il 64% in Francia.

Le organizzazioni, sottolinea Kaspersky Lab, si trovano a dover anticipare le mosse degli attaccanti. E a limitare la possibile superficie di attacco, un incarico a volte difficile da gestire per alcuni dei decision maker in ambito It (Itdm) interpellati.

Il 20% degli Itdm coinvolti dal sondaggio a livello europeo ammette, infatti, di non essere stato in grado di scoprire come si siano potuti verificare i cyberattacchi più recenti. Questo dato in Italia sale al 23,6%: indicatori che suggeriscono quanto i professionisti del settore abbiano bisogno di riconsiderare le proprie strategie di difesa.

La maggior parte dei referenti coinvolti nel sondaggio (68% per l’Europa e 62,7% per l’Italia) concordano sul fatto che gli attaccanti vengono scoperti e processati davanti a una corte di giustizia solo in rari casi. Nonostante questo, una percentuale ancora più alta (il 79% a livello europeo e il 73% a livello italiano) afferma che, nel caso in cui la propria organizzazione venisse colpita, vorrebbe conoscere l’identità del responsabile di un eventuale cyberattacco.

Tattiche sempre più ingegnose per i cyberattacchi

Gli Itdm hanno consapevolezza delle tattiche sempre più ingegnose messe in atto dagli autori delle minacce per evitare qualunque tipo di rilevamento. Non sorprende pertanto sapere che la maggioranza dei decision maker in ambito It delle organizzazioni coinvolte (71% per l’Europa e 66,7% per l’Italia) concordi sul fatto che l’attribuzione di cyberattacchi sia un compito davvero complesso. E che gli attaccanti possano essere scoperti solo dai migliori investigatori, prosegue l’analisi di Kaspersky Lab.

C’è un altro indicatore, evidenzia Kaspersky Lab, che fornisce un’idea della fiducia che le persone ripongono nel proprio fornitore di soluzioni di cybersecurity.

Vari Itdm coinvolti nel sondaggio hanno affermato che la loro organizzazione preferirebbe rivolgersi in prima battuta al proprio Security Provider invece che alle forze dell’ordine.

Per l’Europa il confronto è 51% contro 36%. La fiducia che le aziende ripongono nel proprio fornitore di cybersecurity è confermata anche da una precedente ricerca di Kaspersky Lab. In quel caso, l’86% delle organizzazioni coinvolte aveva dichiarato di fidarsi del proprio fornitore anche per quanto riguarda l’etica nella raccolta e nell’uso dei dati.

Il commento di Kaspersky Lab

Le organizzazioni mostrano di comprendere la complessità delle indagini sui cyberattacchi e dichiarano che, in caso di un attacco subìto, preferirebbero rivolgersi prima al proprio provider di sicurezza. Questa è un’ulteriore prova del fatto che i passi che l’intero settore della cybersecurity sta compiendo verso la trasparenza e la responsabilità stanno andando nella giusta direzione.

In questo ambito, però, deve ancora essere creato un framework globale per la fiducia e l’integrità, un contesto che possa essere comune a tutti. Siamo fermamente convinti che il pieno potenziale dell’economia odierna dell’Ue possa arrivare a compimento solo con la cooperazione e la fiducia tra i vari player della cybersicurezza e i governi.

È solo collaborando tra loro che governi e aziende possono affrontare in modo efficace le cyberminacce e permettere così che sempre più cybercriminali vengano catturati e consegnati nelle mani della giustizia. La mancanza di fiducia e di cooperazione tra governi e vendor privati e provenienti da paesi diversi, al contrario, non porta benefici a nessuno, se non agli autori delle cyberminacce che nel corso della loro attività malevola non rispettano alcun tipo di confine.

Ha commentato Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito di Kaspersky Lab, a questo link.

A questo link è invece raggiungibile il sito della Global Transparency Initiative di Kaspersky Lab. Annunciata nell’ottobre del 2017, rappresenta un primo passo da parte dell’azienda in un percorso di maggiore fiducia e trasparenza per quanto riguarda il settore della cybersecurity. Questo progetto ha portato all’apertura del primo Transparency Center lo scorso anno a Zurigo. Una struttura all’interno della quale i partner di fiducia possono effettuare una revisione del codice sorgente e degli aggiornamenti. L’azienda ha trasferito a Zurigo anche alcuni elementi della propria infrastruttura e ha annunciato che seguiranno ulteriori iniziative sempre nell’ambito della Gti.

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