“Csc ha acquisto il controllo del “”core business”” del Gruppo Progres”

D’un colpo, la casa americana si trova a essere uno dei big nel software e nei servizi in Italia, dopo essere stata quasi assente fino a poco tempo fa.

Colpo di scena in casa del Gruppo Progres. Ci si aspettava da un momento
all’altro l’annuncio dell’ingresso in Borsa e invece è arrivata la notizia
che Computer Sciences (Csc) ha acquisito il controllo del "core business"
del Gruppo Progres, composto delle quattro maggiori società, e precisamente
Progres Progetti, Progres Iniziativa, Progres Veneto e Progres 2. Le quote
di queste quattro realtà, proprio in previsione dell’ingresso in Borsa
erano già state riorganizzate e posssedute al 100% dalla holding Progres
Group, le cui azioni sono state poi in parte ridistribuite tra i vari soci.
La nuova realtà, per ora, si chiamerà Csc-Progres, che a livello
finanziario significa un fatturato di 105 miliardi di lire realizzato nel
’98 con 700 dipendenti (su 160 del Gruppo con le controllate), mentre nelle
previsioni dell’anno in corso dovrebbe superare i 130 miliardi, su un
fatturato di 190 miliardi previsto dal Gruppo.
Csc, ormai ben nota negli ambienti dell’It italiana per il lungo braccio di
ferro contro l’Opa ostile di Computer Associates che poi alla fine ha
dovuto rinunciarvi, recentemente, era tornata alla ribalta italiana per una
mossa analoga a quella appena fatta con Progres e relativa all’acquisizione
della torinese Informatica
, società di consulenza e system integration. Come già per questa
precendete acquisizione, anche nel caso di Progres non sono stati per il
momento rilasciati commenti relativi ai termini finanziari dell’accordo,
che però è già operativo. In sostanza da parte di Progres la decisione di
appoggiarsi a un partner internazionale dalle spalle forti come Csc, (che è
il terzo operatore di servizi negli Usa e vale 7,4 miliardi di dollari con
50mila dipendenti nel mondo), deriva dalla necessità di poter accedere a
business di più grandi dimensioni, realizzati con multinazionali, dai quali
la società se fosse rimasta da sola sarebbe stata esclusa, non tanto per
incapacità ma per affidabilità finanziaria.
Il controllo delle quattro società di Progres Group, che fra qualche anno
potrebbe arrivare al 100%, però, non coinvolge le altre aziende più
piccole, controllate dal Gruppo italiano, come CallNet Progres, Progres
Tecnologie e Progres Ict, che magari verranno aggregate in un’altra
"sub-holding", che resterà fuori dall’accordo, mentre una joint venture
come Jba Italia probabilmente verrà rilevata dalla casamadre.
Ma tra i vari motivi che hanno spinto Progres a scegliere Csc c’è una
medesima filosofia di approccio al mercato e la garanzia di continuare a
operare in completa autonomia e con una totale libertà di gestione, tanto
che il management in Italia rimarrà quello attuale.
La nuova Csc-Progres dipenderà dall’head quarter in Inghilterra, a
Farnborough. Con quest’ultima acquisizione Csc rinforza la propria presenza
in Europa dove, nell’esercizio ’99, concluso a fine marzo, ha raggiunto i
2,5 miliardi di dollari di fatturato con 13mila dipendenti, su un valore
mondiale di 7,4 miliardi (+12% sul ’98). La nazione più attiva è il Regno
Unito, con un giro d’affari di circa un miliardo di dollari e 6mila
dipendenti, seguita da Germania con 400 milioni di dollari e 3mila
dipendenti, da Francia con 200 milioni e ora da Italia che nel 2000
potrebbe anche riuscire a superare per giro d’affari il paese d’Oltralpe.

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