Cresce il tarlo dei libri in Italia, grazie a Ibs

Da hobby a business: Anobii, la community creata da Greg Sung, trova un proprio business model con una partnership nel commercio elettronico.

Per Anobii, la community degli amanti dei libri, è il momento del grande salto. Nato quasi per gioco, dalla curiosità dell’allora venticinquenne Greg Sung interessato a scoprire chi in Hong Kong avesse letto i suoi stessi libri e cosa ne pensasse, Anobii (dal tarlum punctatum, il tarlo dei libri) è un social network dedicato agli appassionati di lettura che possono caricare testo dopo testo le loro librerie, inserire commenti e valutazioni su ciascun libro, confrontare i propri cataloghi con quelli di altri utenti, cercare i lettori più affini a loro, creare gruppi di discussione dedicati agli autori, ai generi, persino ai segnalibri.

Anobii.com conta oggi 300.000 partecipanti e oltre 2 milioni di titoli censiti, per un totale di 9,6 milioni di libri. Di questi 300.000 utenti, un terzo sono italiani. Ed è forse per l’entusiasmo che ha riscontrato nel nostro Paese che il grande balzo di Anobii parte proprio da Milano.

Anobii nasce per i “book lovers” – racconta Sung – e il suo punto di forza sono gli utenti e la genuinità con la quale utilizzano la rete e si relazionano tra loro. Il loro entusiasmo è stato e continua a essere il motore della crescita di Anobii: le dieci versioni localizzate del sito sono state realizzate da contributors volontari, che si sono dati da fare per tradurlo nella loro lingua“.

La genuinità è un concetto che ricorre spesso nelle parole di Sung: genuinità nei commenti (“se si osservano con attenzione i commenti degli utenti, è facile capire se ci si trova in presenza di qualche fake“), genuinità nella piattaforma stessa.

Per questo, ora che Anobii è diventato un lavoro a tempo pieno per Greg e per i suoi sei amici, bisogna trovare il modo di renderlo business capace di autostenersi.
Non voglio però rovinare la genuinità di Anobii, che dunque è e resterà privo di pubblicità. Non deve diventare un supermercato“.

Ecco allora l’idea: la partnership con qualcuno che ha fatto dei libri il fulcro del proprio business.
Anche in questo caso, l’apporto degli utenti e dei membri della community è stato fondamentale. E’ stata infatti una utente-giornalista-blogger, Barbara Sgarzi, a tastare il terreno, a creare il contatto e a seguire la trattativa con la realtà che, secondo la community italiana, rappresentava il miglior partner locale per Anobii: Ibs.

L’intesa è semplice: in fondo alla scheda di ciascun libro, Anobii inserisce un link diretto a Ibs, così che chi è interessato a un eventuale acquisto possa procedere direttamente.
Da parte sua, Ibs propone per ciascun libro un link ad Anobii, perchè sia possibile leggere i commenti lasciati da chi l’ha già letto.  La logica è quella del revenue share, anche se nè Mauro Zerbini, amministratore delegato di Ibs, nè Sung rilasciano dettagli di tipo economico nè previsioni per il futuro.

C’è da dire che è forse l’unica domanda che nell’affollata conferenza stampa di presentazione dell’accordo non è nemmeno stata formulata. L’entusiasmo e la passione per i libri sembrano per il momento superare le logiche degli economics.

C’è molta più curiosità su quel che Sung prepara per il futuro: c’è chi pensa a una Anobii dei dischi, chi a una Anobii dei film.
Anche qui le relazioni con Ibs aiuterebbero, soprattutto quando in aprile Zerbini lancerà la sezione musica del suo sito, con milioni di brani, moltissimi fuori catalogo, tutti venduti senza Drm.

Sung nicchia. Non gli piace parlare di ciò che ancora non c’è.
Qualcosa, però, in serbo ce l’ha per i membri della community. Un software per il riconoscimento dei codici a barre. Presto scaricabile dal sito, in associazione con una webcam consentirà la catalogazione dei libri con la lettura del codice a barre. Potrebbe essere un buon motivo per chiudere, brindando, almeno un paio di gruppi dedicati alle pene degli utenti con troppi libri privi di ISBN.

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