Confindustria: leva fiscale per spingere l’Ict

Gli imprenditori indicano alcune linee guida per favorire l’introduzione delle nuove tecnologie in azienda

Le imprese italiane sono tante, di piccole dimensioni e hanno un cattivo rapporto con l’Ict che vedono come un costo più che come un’opportunità. Ma l’Ict è il pilastro della crescita, afferma il documento di Confindustria e allora per incentivare le aziende a fare un passo avanti nella diffusione dei servizi digitali è necessario un intervento mirato e deciso per superare l’inerzia che ha finora caratterizzato il ridotto tasso di penetrazione dell’Ict.



Per questo un paragrafo del rapporto “Servizi e infrastrutture per l’innovazione digitale del Paese” è dedicato alle linee guide da seguire per portare le aziende verso l’utilizzo di Information technology.



Per l’Associazione degli industriali è importante “prevedere la graduale transizione alla piena digitalizzazione di tutti gli adempimenti di carattere pubblico, rendendo obsoleto, in termini temporali ragionevoli, l’utilizzo di tutte le forme di documentazione cartacea”. Il primo passo è certamente quello di accelerare la reale apertura dello Sportello Unico e di potenziare l’esperimento positivo relativo alla gestione della fiscalità.



Altrettanto necessario è incidere sulla sostenibilità della spesa per investimenti in servizi e tecnologie dell’informazione, con l’introduzione di misure fiscali idonee a favorire gli investimenti delle imprese di piccole e medie dimensioni in tecnologia, prevedendo, per esempio, la deducibilità fiscale delle spese certificate in Ict e favorendo, in modo specifico, l’accesso al credito per le dotazioni di carattere innovativo presso le aziende.



È evidente, prosegue il documento, che tali politiche sono assolutamente inscindibili dalla piena digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e dalla transizione verso modelli di rapporto con l’utenza finale più snelli, moderni e completamente informatizzati.



“Infatti, in assenza di un interlocutore come la Pubblica Amministrazione, non esiste un motore altrettanto efficiente nella promozione dell’offerta di servizi”.



Partendo dal Piano e-Gov 2012 presentato dal ministro Brunetta, il Governo dovrebbe lanciare un ampio programma interistituzionale, che coinvolga anche gli enti locali e che abbia la sua scadenza naturale entro la fine della legislatura, per la promozione di un piano di switch off nazionale dei processi burocratici cartacei a favore di quelli digitali.




A titolo di esempio, Confindustria suggerisce alcune iniziative che vanno dalla definizione di un protocollo tra le principali associazioni imprenditoriali contenente proposte, da condividere con l’Agenzia delle Entrate, per la digitalizzazione di tutte le comunicazioni relative ad adempimenti fiscali, all’incremento dello sviluppo di Enterprise 2.0, ecommerce (per il quale si propone la semplificazione del trasporto merci nei paesi extraeuropei e transfrontalieri) ed ebusiness.


Fondamentale è anche lo sviluppo dei Web banking e Web insurance che, dopo i significativi tassi crescita registrati in passato, hanno subito un rallentamento negli ultimi anni, ma anche l’aumento delle attuali agevolazioni fiscali (a fini Ires e Iva) per le aziende che adottano servizi a Banda Larga e per gli investimenti in It.



Ulteriori sgravi sono necessari per le imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo, mentre di grande utilità sarebbe anche la riduzione degli oneri contributivi per le aziende che assumono personale specificamente dedicato ad attività Ict.

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