Con la crisi si scopre che “piccolo è bello”

L’attuazione dei principi dello Small Business Act può dare impulso alle Pmi italiane. Le indicazioni emerse ad Artigiana 2010

Pensare anzitutto in piccolo. È questo lo slogan e il principio fondamentale dello Small Business Act (Sba), iniziativa dell’Unione europea che vuole riconoscere il ruolo centrale delle piccole e medie (ma anche micro) imprese nell’economia degli Stati membri, proponendo cooperazione nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità.
La direttiva Sba è stata adottata dal Consiglio dei ministri lo scorso aprile e Artigiana 2010, iniziativa promossa da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, ne ha fatto il proprio baluardo. La direttiva interesserà circa sei milioni di aziende, società, cooperative e ditte individuali che rappresentano circa il 99% delle imprese registrate presso le Camere di commercio italiane.

Tutto gira attorno al concetto che rimanere piccoli può avere diversi vantaggi: significa essere più snelli e facilmente adattabili al mercato. Più flessibili e in grado di innovare con piccoli costi e capacità umane. «Siamo tuttora in un periodo contrassegnato dalla crisi, ma l’impegno artigiano ha dato prova di forte vitalità – ha affermato Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, in occasione di un recente convegno organizzato all’interno della manifestazione -. Il segreto sta soprattutto nella capacità di sintesi tra tradizione e innovazione, nell’impegno delle aziende di creare un mix tra abilità artigiana e alta tecnologia. È importante attuare lo Small Business Act: le imprese devono essere libere di operare, senza lacci e impedimenti. La Regione Lombardia si vuole impegnare per un cambiamento culturale e normativo importante».
Secondo Andrea Gibelli, vice presidente e assessore all’Industria, artigianato, edilizia e cooperazione della Regione Lombardia, «l’unico elemento di positività di questa crisi è che ha messo le micro, piccole e medie imprese al centro di diverse discussioni. Si diceva che il piccolo imprenditore era finito, che solo i grandi avrebbero avuto spazio. Dobbiamo, invece, ricrederci e capire che le imprese locali hanno una connessione con il territorio molto più pertinente, sono aziende a km zero a stretto contatto con la Pubblica amministrazione».

La semplificazione legislativa è il tema forse più dibattuto: «L’Italia è il Paese Ocse con il maggior numero di piccole imprese – ha affermato Cesare Fumagalli, segretario nazionale Confartigianato Imprese – e per questo la semplificazione è una condizione necessaria per il loro successo». Due sono le priorità secondo Raffaello Vignali, vice presidente X Commissione attività produttive della Camera dei deputati : «Per il prossimo anno vorrei due rivoluzioni vere. La prima riguarda la maggiore libertà da conferire alle imprese. Che lo Small Business Act diventi realtà e che si approvi lo statuto delle imprese. In secondo luogo auspico una forte responsabilità da parte di politica e amministrazione: la battaglia per il made in Italy va assolutamente portata avanti, in primo luogo dalle istituzioni».

Tra le proposte e i progetti che Artigiana sta portando avanti a favore delle piccole imprese, c’è la promozione degli acquisti verdi di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione, favorendo l’ecoinnovazione del mercato; inoltre è stato proposto un bando per i prodotti sostenibili. Lo scopo è creare uno specifico intervento per la messa a punto di prodotti e servizi meno inquinanti, realizzati con materiali nuovi, riciclabili e prodotti con l’impiego di minore energia. 

La Lombardia è il cuore delle piccole imprese
 In Lombardia sono 265mila le imprese artigiane attive, secondo i dati di Unioncamere Lombardia. C’è un artigiano ogni 25 abitanti e un’impresa ogni 10 kmq. Circa 20mila nuove aziende nascono ogni anno. Il 99% del totale ha meno di 50 addetti. Il 19% dei titolari d’impresa sono donne. Complessivamente è stato stimato che in Lombardia è presente il 3,5% delle Pmi europee alle quali fa riferimento lo Small Business Act. Inoltre, in base a un’indagine condotta da parte di Unioncamere su 953 aziende (maggio 2010), il 79% delle imprese è soddisfatto dalla scelta compiuta: la decisione di intraprendere la carriera dell’artigianato non ha deluso.

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