Un’indagine di Confcommercio relativa ai primi mesi di operatività del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti evidenzia numerose criticità, che hanno obbligato ad affrontare spese anche molto consistenti.
Una riduzione dell’attività con
conseguente decremento del fatturato, quantificabile nel settore del
trasporto in 20.000 euro annui in media, con picchi anche di 40mila euro e
di 50% di fatturato in meno per alcune imprese.
E’ quanto emerge da un censimento svolto da
Confartigianato su un campione di imprese nei primi mesi di operatività
del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri).
Anche il tempo per le operazioni è generalmente
raddoppiato, con la conseguente necessità di dedicare o assumere almeno
una nuova risorsa per gestire la nuova piattaforma, per un costo
complessivo di 20mila euro lordi annui cui i 3mila euro necessari per
formare il personale addetto.
Inoltre, molti dispositivi apparentemente funzionanti,
dopo alcune operazioni, si sono bloccati rendendone necessaria la
sostituzione. In tutti i casi si sono registrati tempi lunghissimi sia in
caso di token (anche 8 giorni di attesa) che di black box (2 mesi) con
conseguente danno per fermo mezzi.
Mentre è del 30% l’aumento medio
registrato in termini di ore lavorative da dedicare a operazioni che prima
si compivano molto più agevolmente con i vecchi adempimenti cartacei
(registri e formulari). Basti pensare ai tempi di connessione troppo
lunghi: per un semplice allineamento di dati anagrafici si è registrata,
in alcuni casi, un’attesa anche 1 ora.
L’interoperabilità in molti
casi non è stata praticabile e anzi nemmeno richiesta per gli eccessivi
costi che l’azienda non sarebbe stata in grado di sostenere. La
sostituzione del server, nuovi pc, nuova rete internet più veloce hanno
comportato in media – relativamente alle imprese censite – un costo di
10.000 euro con picchi di 60.000 euro.
