Uno studio su un campione di aziende con meno di 50 dipendenti mostra maggiore consapevolezza sulla necessità degli investimenti, ma ancora scarsa propensione a effettuarli.
9 marzo 2004 Uno studio recentemente realizzato dalla società di
ricerca statunitense ComSciences pone l’accento su un
interessante cambiamento di mentalità in atto tra le piccole e medie imprese.
Statunitensi, ma non solo.
Rispetto a un anno fa, quando l’ipotesi di
cambiamenti nei sistemi informativi aziendali veniva vissuta come aggiornamento
forzato, oggi le pmi sono decisamente più consapevoli del fatto che il
rinnovamento tecnologico rappresenti una spinta e una leva competitiva.
Peccato però che questa consapevolezza non si traduca in una maggiore
disponibilità di spesa. Forse a causa della congiuntura economica ancora non
incoraggiante.
E così, a fronte del 53% del campione interpellato da
ComScience (tutte aziende con meno di 50 dipendenti) pronto a effettuare qualche
investimento di scarsa rilevanza, solo il 10% dichiara la
propria disponibilità a investimenti significativi. Il 26%, dato significativo,
non effettuerà alcun investimento e il 10% non ha al momento alcun piano
preciso.
Interessante, tra i vari dati presentati dal rapporto, appare il
fatto che tra le aziende che hanno manifestato un’intenzione di acquisto, la
maggioranza si dichiara disponibile a lavorare con gli stessi fornitori con
i quali ha effettuato i precedenti investimenti. Tanto meglio se gli
interlocutori hanno una valenza di prossimità, considerata in ogni caso
preferibile ai servizi di tipo più generale.
Quanto alle formule di
pagamento, carta di credito e contanti sono le formule preferite per i
microacquisti, mentre ancora scarso è il ricorso alle forme di credito concesse
dai fornitori stessi.