I passi necessari per quotarsi all’Alternative investment market di Londra
Le aziende italiane per arrivare al debutto sull’Alternative investment
market impiegano circa nove mesi. Un lasso di tempo impiegato per compiere i
passi che scandiscono l’avvicinamento al mercato. Inizialmente la società deve
nominare l’advisor che la segue durante il processo di quotazione. Poi si passa
al test presso un numero selezionato di investitori che in pratica danno l’ok
per la quotazione. Superato questo passaggio viene scelto un advisor e broker
che assicura il rispetto dei tempi di quotazione, funge da collegamento con le
autorità cdi controllo e gestisce gli altri consulenti.
Il nomad/broker (di solito i due ruoli sono ricoperti dalla
stessa persona) crea l’equity story, lavora di marketing presso gli investitori,
interviene nella determinazione del prezzo, nell’ammissione alla quotazione e
continua a lavorare anche dopo fungendo da punto di contato fra l’azienda e gli
investitori istituzionali. Dopo avere nominato gli altri advisor l’azienda si
prepara alla quotazione approntando la documentazione necessaria. Oltre a un
sistema finanziario adeguato, un cash flow che permetta alla società di
sopravvivere almeno 18 mesi dopo la quotazione, l’aziende che tenta di entrare
sul mercato londinese deve tre anni di bilanci certificati e aderire ai principi
contabili internazionali Ifrs.
A questo punto si passa alla fase decisiva con una serie di
incontri con gli investitori istituzionali che passano al setaccio la società.
Il management team deve essere credibile ai loro occhi, i ruoli all’interno
della società chiari e bilanciati e necessarie sono anche delle proiezioni del
business fino a cinque anni. Gli incontri con gli durano 45 minuti e in quel
breve lasso di tempo è necessario fare colpo su manager che nella stessa
giornata hanno incontrato almeno altre tre o quattro società. Tutta questa
procedura ovviamente a un costo che viene quantificato nel 10% per una società
che raccoglie venti milioni di euro.
