Come funziona l’alimentatore – parte 2

Interno Un alimentatore non dovrebbe essere aperto, sia per il rischio di scossa sia per la possibile invalidazione della garanzia. Non tutti i modelli hanno lo stesso aspetto, ma in linea di massima basta vedere la foto di un alimentatore aperto per s …

Interno
Un alimentatore non dovrebbe essere aperto, sia per il rischio
di scossa sia per la possibile invalidazione della garanzia. Non tutti i modelli
hanno lo stesso aspetto, ma in linea di massima basta vedere la foto di un alimentatore
aperto per soddisfare la curiosità senza causare danni. In generale i componenti
che spiccano nelle foto sono piccoli trasformatori, qualche condensatore e i radiatori
di alluminio su cui sono montati i diodi raddrizzatori e i transistor di switching.

Test
A differenza che in passato, un alimentatore ATX non fornisce tensione se non
è collegato a una scheda madre e al carico minimo previsto dalle specifiche.

All’accensione, il segnale Power Good, sul piedino 8 (cavo grigio) del
connettore di alimentazione della motherboard deve superare 2,4 V per autorizzare
la scheda madre ad alimentare i circuiti, altrimenti significa che la tensione
di rete è insufficiente o che c’è un corto circuito o qualche
altra anomalia.

Un test rapido per verificare se l’alimentatore funziona
è quello di sconnetterlo dalla motherboard e misurare la tensione tra
la terra (cavi neri) e il piedino 8 del connettore (cavo grigio). Se la tensione
è di oltre 2 V, significa che l’alimentatore ha superato i suoi
test interni e che probabilmente funziona regolarmente.

Per questa prova occorre lasciare collegato qualche drive, in modo da garantire
l’assorbimento minimo di corrente necessario per il funzionamento dell’alimentatore
(come indicato nelle specifiche).

Certificazioni
Per valutare la qualità di un alimentatore consigliamo di osservare le
etichette con le certificazioni. Maggiore è il numero di certificazioni,
migliore è la qualità di progettazione e costruzione in quanto
conforme alle norme di diversi Paesi.

Dimensionamento
Di seguito concentreremo l’attenzione sul dimensionamento dell’assemblatore,
ovvero sul calcolo dei consumi dei vari componenti e sui criteri di scelta di
un alimentatore.

Il processore
Se sfogliamo le specifiche del Pentium 4C a 3,0 GHz (quello classico del 2003,
che consuma decisamente meno del recente P4E Prescott), scopriamo che ha un
consumo tipico di 81,9 watt e un assorbimento massimo di 64,8
ampere.

Dato che la tensione di alimentazione dei P4C con FSB a 800 MHz e 512 KB di
cache è compresa tra 1,295 e 1,425 V, secondo i modelli e le condizioni
operative, si capisce che la potenza massima (tensione per corrente massima)
può superare gli 81,9 W di “Thermal Design Power”, che rappresentano
soltanto un obiettivo di progetto raccomandato da Intel.

Perciò, nel valutare la potenza richiesta, metteremo in conto circa
90 W per la CPU. D’altra parte, nessun alimentatore oggi fornisce la tensione
su misura per la CPU.

In passato, il processore è stato alimentato, secondo i periodi e i
modelli, attraverso le uscite a 5 V e 3,3 V; in seguito la progressiva riduzione
delle tensioni e la parallela crescita dell’assorbimento di corrente ha
imposto soluzioni svincolate dalle tensioni fisse dell’alimentatore e
basate su moduli di regolazione della tensione (VRM), che trasformano
i 5 o 12 V nella bassa tensione della CPU.

Considerando un rendimento del VRM dell’80%, per fornire 100 W al processore
occorre fornire 125 W al VRM. Con un VRM da 5 V, vorrebbe dire assorbire 25
A, troppi anche per la portata dei quattro cavi da 5V del connettore ATX standard
a 20 pin.

Qualche anno fa, quando l’assorbimento dalle linee a 3,3 e 5 V iniziò
a superare la portata dei piedini del connettore (6 A ciascuno), Intel introdusse
un connettore ATX ausiliario con tre linee aggiuntive, due a 3,3 V e una a 5
V, così da fornire in totale 30 A sia sul 3,3 sia sul 5 V.

Più di recente, crescendo ulteriormente i consumi, Intel e AMD hanno
ritenuto più efficace usare la linea a 12 V per alimentare le loro CPU
più potenti. Infatti, a parità di potenza, per ridurre la corrente,
e quindi la sezione dei conduttori e la perdita di potenza in calore, si aumenta
il voltaggio, come avviene per le linee elettriche ad alta tensione.

D’altra parte, a 12 V il VRM per un Pentium 4 può assorbire oltre
10 A, ben oltre la portata dell’unico cavo a 12 V di un alimentatore ATX.
Per il Pentium 4 Intel ha aggiunto quindi il connettore aggiuntivo ATX12V a
quattro poli con due linee supplementari a 12 V; oggi tre linee a 12 V sono
sufficienti per alimentare i motori di tutti i drive, le ventole e il più
assetato dei processori.

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