Al Miopen di Milano gli artigiani parlano di Open source. E di come aiutare le aziende del settore
Con un occhio ai produttori e l’altro all’utente finale Cna ha dato il via stamani a Milano alla seconda edizione di Miopen, la manifestazione che proseguirà anche domani dedicata al mondo open source.
“Cna ha al suo interno chi produce software e chi lo consuma – spiega Fabio Massimo coordinatore nazionale settore Ict dell’Unione comunicazione e terziario avanzato della Cna –. Per questo vogliamo aiutare chi sviluppa a entrare sul mercato e le aziende a rivolgersi al mondo del software non proprietario piuttosto che a utilizzare programmi senza licenza”.
Cna, prosegue Massimo, non vuole dire solo piccoli artigiani ma piccole e medie imprese fino a cinquanta dipendenti per le quali può essere strategico utilizzare programmi Open source. All’utente finale interessa risolvere un problema non tanto se il software sia proprietario o meno. Però, aggiunge il coordinatore nazionale dell’Ict di Cna, ha anche bisogno di certezze e per questo si rivolge ai brand più conosciuti.
Per cercare di fare emergere questo sottobosco di imprese Cna sta cercando di portare a compimento un progetto che metta in collegamento le piccole aziende dell’Ict, non solo quelle Open source, e le associazioni professionali per dare una rappresentanza politica anche ai piccoli. Con i ministeri ci parlano solo Confindustria e Confcommercio, spiega Massimo, mentre una grande fascia di piccole aziende rimane fuori da questo tipo di rapporti.
Oltre alla rappresentanza politica Cna, che so collega a un progetto europeo, vuole portare la voce delle piccole aziende Ict a Bruxelles inserendole nel circuito dei bandi europei che vede molto attive le imprese spagnole più organizzate di quelle della Penisola. E poi c’è il problema della certificazione professionale in mano solo ai grandi vendor Ict e un’interfaccia verso il mondo della finanza, restìo a impegnarsi con i finanziamenti verso queste aziende.
