Secondo la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, le aziende che scelgono di aggregarsi lo fanno utilizzando i consorzi, anche se non mancano altre formule e motivazioni. Vediamo quali.
Mosse, per il 51% dei casi, dalla necessità di “ampliare il mercato”, in Italia le imprese che scelgono di aggregarsi lo fanno utilizzando la formula del “consorzio” che, con il 71,7% delle preferenze espresse è, in assoluto, la forma più usata nei 372 casi analizzati in una ricerca condotta dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa.
Analizzate 50 province, all’interno delle quali è stato censito un totale di circa 500 aggregazioni coinvolgenti un totale di oltre 18.300 imprese, i risultati a cui è giunta Cna è che, dopo i già citati consorzi, sono le “reti informali” a prevalere, con quasi il 10,5% delle preferenze, seguite da “associazioni temporanee di impresa” (7,5%) e, in misura minore, dai “contratti di rete” (2,9%).
Distinte secondo natura giuridica, ad aggregarsi sono soprattutto le aziende di trasporto (32%), seguite dalle realtà produttive (20%). Oltre a unire le forze per ampliare il mercato, il campione esaminato sceglie la strada dell’aggregazione, anche per altri fini. Tra questi, la volontà di “cercare innovazione”, segnalata dal 17% degli interpellati, ma anche “export” e “promozione” indicate, rispettivamente nel 13 e nell’11% dei casi, mentre solo il 2% ha parlato di “gruppi di acquisto”.





