CioCafè – Esperienze e consigli di un responsabile dei sistemi informativi

All’interno di un’azienda, a prescindere dalle sue dimensioni, convivono numerose aree che come minimo comune denominatore hanno la tecnologia. A seconda dell’evoluzione o dell’organizzazione interna che una struttura ha avuto nel tempo è facile trovar …

All’interno di un’azienda, a prescindere dalle sue dimensioni,
convivono numerose aree che come minimo comune denominatore hanno la tecnologia.
A seconda dell’evoluzione o dell’organizzazione interna che una
struttura ha avuto nel tempo è facile trovare uno spezzatino tecnologico
che assegna ai sistemi informativi quanto prettamente basato su pc e server,
all’ufficio tecnico impianti e sicurezza, al marketing/vendite video e
display system e ai servizi generali la fonia.

Nulla di più facile, in una situazione del genere, di ritrovarsi tre
o quattro sistemi di cablaggio che percorrono gli uffici e gli edifici dell’azienda
senza nessun contatto se non quello rappresentato da un pc di supervisione collegato
alla Lan. A volte la causa di questi isolamenti, oltre che per motivi organizzativi,
è dovuta a una differente implementazione nel tempo dei vari impianti
che non ha permesso lo sfruttamento delle sinergie possibili.

Sia che si parta da zero oppure da una società già operativa,
penso possa valer la pena valutare come l’unione delle tecnologie digitali
e una sapiente integrazione dei sistemi possa portare a consistenti risparmi,
livelli di servizio migliori e nuove modalità operative con risvolti
sui processi aziendali.

Il paradigma di partenza su cui si basa l’analisi è che un dispositivo
con un’interfaccia di rete (a prescindere dalla sua funzione) permette
di delocalizzarne l’accesso, e quindi la gestione, sfruttando un’unica
infrastruttura di trasporto. Questa stessa infrastruttura, con le tecnologie
esistenti, permette di gestire ampiezze di banda e percorsi ridondati con costi
decisamente inferiori rispetto a sistemi video, bus di campo, o reti di distribuzione
telefonica che spesso non prevedono affatto meccanismi di ridondanza e fail
over.
Parafrasando quanto avvenuto in ambito pc negli ultimi quindici anni, è
come se si passasse da un sistema basato su mainframe e terminali stupidi a
una architettura client server dove si distribuisce l’intelligenza in
periferia e, grazie a sistemi di instradamento intelligenti, il singolo servizio
di rete può essere ridondato, reindirizzato o consolidato a seconda delle
esigenze.

L’esempio più diffuso è dato dai sistemi VoIp dove, nelle
implementazioni native, si riesce a scindere quello che prima era racchiuso
nel classico centralino in server per call processing, gateway verso l’esterno
e telefoni. Tutti questi elementi possono essere ridondati facilmente, anche
su base geografica, sfruttando l’infrastruttura di rete, permettendo una
continuità di servizio a due o tre decimali. Analoghe prestazioni difficilmente
sono raggiungibili con sistemi Pbx tradizionali che, pur permettendo su impianti
di fascia alta e costo molto elevato la ridondanza di alcuni elementi, comunque
poi si appoggiano a un cablaggio “stupido” non in grado di adattarsi
in caso di guasti.

Un altro settore che presenta costi elevati è quello per sistemi anti
intrusione e videosorveglianza. In questo caso, in particolare, con l’
aumentare della distanza della telecamera dal punto di visione/registrazione
si moltiplicano i costi di cablaggio per riuscire a mantenere un livello video
accettabile. Una telecamera di rete non ha di questi problemi dal momento che
si può decidere, in base alla banda disponibile e alla qualità
necessaria, quanti frame e con che qualità vadano inviati e memorizzati.
Con un impianto di videosorveglianza via Lan, inoltre, diventa estremamente
semplice gestire in outsourcing il monitoraggio delle immagini e la memorizzazione
delle registrazioni anche in siti remoti.

Un’area in cui l’adozione di tecnologie di trasmissione delle informazioni
basate su ethernet è relativamente recente e di lenta adozione è
quella dell’automazione, intesa in senso generale, dove fino a qualche
anno fa costi per sistemi ridondati e protocolli per QoS disponibili non erano
sufficienti. Immaginate gli effetti di un allarme ricevuto con alcuni secondi
di ritardo su un impianto critico a causa di congestione sulla rete o collisioni.

Anche in questo caso, sfruttando Plc (controllori a logica controllabile) con
interfaccia di rete singola o ridondata, si riescono a ottimizzare i costi di
collegamento verso sistemi Scada e sale controllo con possibilità di
consolidare più impianti su un unico centro di monitoraggio oltre a gestire
strutture meno critiche da remoto e con meno personale tecnico.

In forte crescita negli ultimi anni anche il settore del video presentation
e dello “show control” molto utilizzato dalle catene di vendita
per la gestione di proiettori, plasma, filmati effetti audio o luminosi dei
punti vendita oltre che dalla Pa nell’interfacciarsi verso i cittadini/utenti.
Esistono diversi device che permettono di gestire e distribuire in modo centralizzato
filmati e informazioni di programmazione sfruttando collegamenti dati quasi
sempre già esistenti. In questo modo si diminuiscono drasticamente i
tempi di distribuzione dei nuovi materiali di comunicazione con la possibilità
di gestire il tutto in modo centralizzato da parte del corporate marketing con
accentramento del servizio tecnico e minor impegno di personale e trasferte.

A seconda del tipo di business e dei processi dell’azienda, può
esserci convenienza nell’implementare o meno il passaggio verso dei device
network enabled. Maggiore sarà l’investimento infrastrutturale
per la rete dati e più grandi saranno i benefici in termini di affidabilità
e qualità di ogni servizio portato a livello Ip. Dal punto di vista dei
costi, il risparmio dato dalla rete già esistente e le minori risorse
per l’operatività e la gestione più flessibile rappresentano
elementi da analizzare con cura nel valutare o meno la spesa.

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