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In Cina con gli smartphone nascono nuovi modelli di business

Secondo gli stereotipi in vigore i cinesi copiano i prodotti e i business degli altri. Vero, ma fino a un certo punto perché da tempo la Cina sta crescendo anche in qualità.

Il caso degli smartphone di Huawei è solo un esempio, ma proprio il successo degli smartphone porta con sè una nuova strada dove i cinesi dimostrano di saperci fare grazie anche alla massa critica del mercato.

Stiamo parlando dei nuovi modelli di business dal bike sharing alle cabine karaoke in miniatura. Nel fintech in particolare, gli imprenditori cinesi stanno mostrando al resto del mondo cosa si può fare una volta che i pagamenti diventano senza contanti.

Nel 2016, l’industria cinese dei pagamenti mobili ha fatturato circa 8,8 trilioni di dollari, una cifra sconcertante che dovrebbe salire a 14 trilioni di dollari entro la fine di quest’anno, secondo iResearch. La società di ricerca stima inoltre che entro il 2019, circa l’85% dei pagamenti online in Cina sarà mobile, lasciando solo il 15% per le transazioni basate su pc e tablet. Dati che non devono sorprendere visto che in Cina più del 95% degli utenti di Internet ha utilizzato il proprio cellulare per andare online nel 2016.

Sfide tramite smartphone

Con la crescita dei pagamenti tramite smartphone arrivano anche nuovi modelli di business. Come Alipay che permette di trovare un freelance, sia che si tratti di un fotografo, di una bambinaia o di un istruttore di palestra.

Epossibile anche pubblicare la propria posizione, una richiesta e un corrispondente compenso. Le richieste però sono molto varie. Prendere e consegnare un pacchetto, comprare generi alimentari e portarli in ufficio e cose simili. E ancora, c’è che si presta per commissioni di tutti i tipi per meno di un dollaro l’ora, chi compra e invia fiori e molto altro. Chiunque può prestare questo tipo di servizi per completare una richiesta di aiuto e farsi pagare. E i costi possono arrivare solo fino a 30 dollari.

Gli utenti di Knowledge Circle, un account ufficiale WeChat, possono invece creare la sfida quotidiana – come andare in palestra o studiare per un test – e richiedere una certa quantità di fee per partecipare, il più alto è di 750 dollari. Ogni giorno, i partecipanti dovranno completare un compito e mostrare la prova di completamento, sia che si tratti di un compito a casa o di una foto in palestra. Chi perde troppe attività quotidiane – una soglia fissata dalla persona che crea il gruppo – perde la quota di entrata a favore di chi resiste fino alla fine. Non è un modo cattivo per motivare se stessi a formare buone abitudini o imparare qualcosa di nuovo. Progettato per scopi educativi, Knowledge Circle consente agli istruttori o ai formatori di creare le proprie sfide di gruppo, impostare i compiti e motivare i membri del gruppo.

I creatori di contenuti

Poi ci sono i creatori di contenuti online che in Cina hanno lo stesso problema dell’editoria mainstream: se possibile farsi pagare qualcosa per ciò che scrivono. Per questo su WeChat possono semplicemente aggiungere un codice Qr alla fine del loro post per ricevere donazioni. Non è un modello di business particolarmente sostenibile, ma è un modo per guadagnare denaro dai contenuti senza ricorrere a pubblicità, paywall o abbonamenti a pagamento. Non è chiaro quanto i blogger stiano facendo su WeChat attraverso questo sistema, però quando Apple ha cercato di togliere questa funzione c’è stata una forte reazione che che ha covinto la Mela a lasciare perdere.

Al momento, WeChat non addebita commissioni per questi compensi anche se si erano diffuse voci sullo sviluppo di una paywall. Keso, un noto blog tech su WeChat, ha realizzato tre diversi metodi di pagamento: un codice Qr che permette agli utenti di decidere quanto versare, diversi codici Qr con somme prefissate e un mini programma per i compensi.

Vuoi pagare per fare una domanda alla tua celebrità preferita? Questa è l’idea che ha dato vita a Fenda, un’applicazione mobile a pagamento con domande e risposte e un account WeChat. Quando è stata lanciata l’estate scorsa, gli utenti di Fenda potevano pagare per inviare domande e per “intercettare” altre risposte.

Wang Sicong, figlio di uno degli uomini d’ affari più ricchi della Cina, ha intascato più di trentamila dollari rispondendo a varie domande, tra cui quesiti sulla sua vita sessuale. Da allora l’app è stata votata alla consulenza di esperti invece che al gossip delle celebrità, dove gli utenti pagano per ascoltare professionisti come avvocati e psichiatri. E’ una parte interessante della nuova economia cinese della conoscenza, dove “leader di pensiero” possono fare soldi rispondendo alle domande, registrando lezioni dal vivo, o dando vita a podcast attraverso il loro telefono cellulare.

Come il freelance basato sulla localizzazione, i micro affitti funzionano bene in Cina grazie allo smartphone. Può tenere traccia della vostra posizione, processare i pagamenti, e ricordarvi quando restituire roba.

È lo strumento che trasforma gli oggetti ordinari in servizi. Un certo numero di servizi di noleggio sono esplosi quest’anno in aggiunta al bike sharing, un servizio che ha ora coperto centinaia di città in Cina ed è stato esportato all’estero. Basketball, ombrelloni, batterie. Anche giocattoli sessuali possono essere affittati grazie a una combinazione di pagamenti mobili, codici Qr e penetrazione dello smartphone.

 

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