Chi ha partecipato alla nostra indagine

Il profilo emerso quest’anno dall’identikit di coloro che hanno risposto al questionario di Linea Edp evidenzia un mondo sempre più maschile, che usa abitualmente Internet (l’85% delle risposte è pervenuto online) e che vede nella stampa specializzata una valida fonte di informazione.

Maschio, d’età fra 30 e 40 anni, diplomato che lavora in aziende di medie dimensioni (con fatturato da 15 a 150 milioni di euro). Questo è l’identikit professionale di buona parte dei lettori di Linea Edp che hanno partecipato al sondaggio 2002 "Gente dell’informatica". Vediamone alcuni particolari. Il mondo dell’informatica resta, in primo luogo, saldamente maschile: solo il 3,2% dei questionari ricevuti è stato compilato da una donna. Perché? Una recente indagine di Jobpilot, il portale specializzato nel recruitment, ha rilevato che le donne sono scarsamente interessate al mondo dell’informatica.


Su 200 giovani donne intervistate (età fra 22 e 30 anni), ben il 75% ha risposto con un secco "no" alla domanda: "A seguito di una formazione adeguata, sarebbe interessata a intraprendere una carriera nell’Ict?" e solo il 7% ha risposto "sì". I motivi addotti da chi non desidera lavorare nell’Ict sono stati: perché il settore è noioso e poco creativo (48%), vi si lavora in solitudine (23%), è inconciliabile con una famiglia (17%) o è maschilista (10%).


L’Ict ha, evidentemente, un problema di immagine nei confronti del gentil sesso che farebbe bene ad analizzare per diffondere un’idea più positiva verso le donne.


Tornando al nostro campione, la fascia centrale di età (fra 36 e 40 anni) è risultata la più numerosa, con il 26,6% delle risposte. Quella dei più "anziani", al culmine della loro carriera, è distribuita fra il 22,7% di chi ha da 40 a 50 anni e il 7,2% degli ultra cinquantenni. Invece quella di chi è nelle fasi iniziali della propria vita lavorativa si divide fra il 24% di chi ha meno di 30 anni e il 19,5% di coloro che hanno da 31 a 35 anni di età. Si tratta quindi di un campione giovane, con una formazione di base in prevalenza tecnica. Il 27,3% possiede infatti una laurea tecnico/scientifica e il 57,8% un diploma di media superiore, sempre con indirizzo tecnico.


Il livello di istruzione medio/alto viene, poi, costantemente migliorato con la frequenza a corsi di formazione. Non solo oltre l’80% dice di avere partecipato a corsi, ma la stragrande maggioranza di costoro hanno frequentato attività formative dopo essere entrati nel mondo del lavoro, pagati dall’azienda che li ha assunti (75,2%) o a proprie spese (27,1%). A questo proposito è interessante notare anche che la formazione segue l’evoluzione della carriera (53% delle risposte) e nel 39,7% è stata pianificata dalle singole persone, consapevoli che la formazione è una premessa per entrare nel mondo del lavoro (58,4%) ma anche un obbligo per essere sempre aggiornati (44,2%).


Per soddisfare il quale, si spendono ogni anno dei bei soldi: il 40,2% da 1.500 a 5.000 euro, il 33,8% meno di 1.500 euro, e il 13% più di 5.000 euro. E probabilmente si spenderebbe di più se ci fosse più tempo per la formazione: solo l’11,7% del nostro campione dedica più del 20% del proprio tempo lavorativo allo studio, mentre la maggioranza non arriva al 10%. Segnaliamo, inoltre, che la stampa specializzata è, con l’83,1% dei consensi, il mezzo più usato per tenersi aggiornati, seguito da convegni e seminari (68,8%) e da Internet/e-learning che, con quasi il 60%, ha già raggiunto un’importanza notevole.


Concludiamo con due altri elementi del nostro identikit. Abbiamo già detto che l’industria è in testa, con il 41,6%, fra i settori di attività della propria azienda, ed è seguita dai servizi (18,2%) e dal commercio (14,3%). Gli altri settori hanno avuto segnalazioni molto basse, tranne la finanza che ha il 5,8%. Infine, l’organico Edp negli ultimi dodici mesi è stato aumentato nel 28,1% delle aziende ed è diminuito nel 12,3%, ma nella maggior parte dei casi è restato invariato.

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