Secondo un sondaggio condotto su un campione di 800 piccole imprese, circa il 90% dei nuovi contratti stipulati dall’1 gennaio di quest’anno prevede la forma scritta con il rispetto dei termini di pagamento massimi previsti dalla nuova legge.
A poco più di un mese dall’entrata in vigore del Dlgs 212/2012 sui tempi di pagamento, la Cgia di
Mestre ha commissionato a Panel Data un sondaggio su un campione di 800 piccole
imprese per fare il punto sulla situazione.
Con la nuova normativa entrata in vigore dal 1° gennaio di quest’anno, quasi tutti i nuovi contratti
stipulati nel primo mese del 2013 (93% del totale degli intervistati) prevedono per iscritto i tempi di pagamento. In buona sostanza tutti gli intervistati
(100%) che hanno sottoscritto
un contratto con la Pa hanno definito tempi di pagamento entro
i limiti previsti dalla nuova legge (60 giorni).
Prima dell’entrata in vigore del Dlgs 212/2012, solo il 55,6% dei contratti stipulati da
Asl, Province e Amministrazioni comunali, e così via prevedeva il saldo fattura entro 60 giorni (il 16,7% a 30 giorni e un altro 38,9%
a 60).
Infine, l’81,4% delle aziende intervistate
che lavora con la Pubblica amministrazione
ha dichiarato che nei vecchi contratti stipulati prima del 1° gennaio 2013, il
committente (sia esso lo Stato, l’Asl o un’Amministrazione
comunale) non si è reso
disponibile a rivedere al ribasso i tempi di pagamento, così come previsto dal Dlgs
Anche in questo caso, tutte le aziende (89% di quelle che hanno sottoscritto
un nuovo contratto dopo il 1° gennaio) hanno indicato nel contratto (nel 100% dei casi)
che il pagamento avverrà entro 60 giorni, mentre nei vecchi contratti stipulati prima dell’inizio del 2013 “solo” nel 62,2% dei casi veniva riportata la scadenza di
pagamento entro i 60 giorni. Infine, l’85,6% dei committenti privati che lavora con
un’altra azienda ha deciso di non rivedere gli impegni di pagamento già stipulatinegli anni scorsi.