Anche se la differenza tra le nuove iscrizioni e le cessazioni nel primo trimestre del 2012 è stata negativa a preoccupare di più l’Associazione e il fatto che a iscriversi sono aziende che hanno dimensioni occupazionali minori di quelle che chiudono.
Secondo i dati forniti dalla Cgia di Mestre, che ha
analizzato la nati-mortalità delle imprese italiane nei primi tre mesi di
quest’anno, per effetto della crisi sono
cessate 146.368 imprese: praticamente 1.626 al giorno.
Anche se il saldo (cioè la differenza tra le nuove
iscrizioni e le cessazioni) nel primo trimestre del 2012 è stato negativo (-26.090), a
preoccupare l’Associazione, non è tanto questo dato, ma piuttosto il
fatto che a iscriversi sono aziende che hanno dimensioni occupazionali minori di quelle che
cessano.
Rispetto al primo trimestre 2011, la situazione è
comunque peggiorata. Se le cessazioni erano state più contenute di quest’anno
(134.909), il saldo però si era attestato su un valore pari a -9.638. Un
dato meno negativo di quello registrato quest’anno.
La differenza, fa notare la Cgia di Mestre, è riconducibile
alla classe dimensionale riferita alle partita Iva senza dipendenti. Infatti,
se quest’anno per questo comparto la differenza tra la natalità e la mortalità è stata pari a
+3.987, l’anno scorso aveva superato le 19.000 unità
(precisamente +19.369).





