Rispetto ai primi tre mesi del 2010, l’andamento nel nostro Paese delle procedure concorsuali a livello settoriale e geografico sono cresciute “solo” del 6%, anche grazie all’incoraggiante calo dei default osservati nell’industria. Male i servizi.
Analizzato dal Cerved, nei primi tre mesi di quest’anno, l’andamento nel nostro Paese delle procedure concorsuali a livello settoriale e geografico mostrerebbe, finalmente, una qualche perdita di vigore nella crescita a due cifre dei fallimenti, che ha caratterizzato gli ultimi 11 trimestri consecutivi.
L’aumento registrato si attesta, infatti, a un +6% rispetto ai primi tre mesi del 2010, con un numero di default che, se corretto per fattori di stagionalità, risulta in diminuzione dello 0,9% rispetto all’ultima parte dello scorso anno, insieme a concordati preventivi in diminuzione del 12%.
Rispetto al 1° trimestre dello scorso anno, la procedura che porta a evitare il fallimento di un’attività imprenditoriale soddisfacendo il pagamento di almeno il 40% dei crediti non garantiti, è stata richiesta “solamente” da 249 aziende. A pesare, è stata soprattutto la netta diminuzione delle domande presentate nel Nord Ovest (-31,1% rispetto al 2010), mentre con un +22,7%, le procedure sono in forte aumento al Centro.
Stando a quanto affermato da Gianandrea De Bernardis, in qualità di amministratore delegato di Cerved Group, sulla frenata dei fallimenti del primo trimestre 2011 inciderebbe positivamente l’incoraggiante calo dei default osservati nell’industria, che ha registrato un -9,5%, dopo le oltre 5mila imprese fallite tra il 2009 e il 2010, mentre si mantiene a due cifre il tasso di crescita dei fallimenti osservato nel segmento dei servizi, +11%.
Qui, a pagare di più sono state le società immobiliari (+28,7% nel primo trimestre), dei servizi non finanziari (+19,3%), della logistica e dei trasporti (+12,7%). Accanato a loro, non vanno meglio i risultati riportati nel primo trimestre di quest’anno tra le società che operano nella filiera delle costruzioni, che hanno riportato un incremento dei default nell’ordine del +13,7%.





