Centralizzazione Pro e contro visti dall’It

La gestione internazionale dell’It non impedisce alla sede italiana di Sony Pictures Home Entertainment di portare avanti iniziative locali che possono essere esportate a livello europeo

Sony Pictures Home Entertainment è uno dei tre rami di Sony Pictures (che fa capo alla corporation Sony), nota per la produzione di film, distribuiti attraverso tre canali, ai quali corrispondono altrettante divisioni: Theatrical (mercato cinematografico), Home Entertainment (videocassette e Blu-raydisk) e Television. Una struttura da gestire non semplice, quindi, ma in cui Mario Berionni Berna, direttore amministrativo e finanziario di Sony Pictures Italia e Pierluigi Di Cosimo, responsabile dei sistemi informativi di Sony Entertainment Italia fanno convivere, non senza difficoltà, impostazione locale e internazionale, trovando vantaggio nello scambio di idee. L’azienda ha sempre puntato molto sull’innovazione tecnologica, ma anche sulla produzione di contenuti, in particolare, con l’acquisizione di Columbia Pictures. «Oggi – ha spiegato Berna -, l’intera corporation fattura circa 64 miliardi di dollari, con 158.000 impiegati nel mondo. Sony Pictures ne rappresenta il 9,6% del giro di affari. Per quanto riguarda l’informatica, è in atto una politica di ristrutturazione e di concentrazione a livello mondiale, sia dal punto di vista hardware che software».

«Ho assistito all’arrivo di due onde contrarie, da quando lavoro qui – gli ha fatto eco Di Cosimo -. Quindici anni fa c’era la tendenza a distribuire le macchine e i server nei vari paesi, con conseguenti accezioni locali. Sei anni fa, la controtendenza, con restrizioni più forti, sia per i server che per gli applicativi».

Il cuore It dell’azienda è situato nel New Jersey, dove gira il sistema Sap, con applicazioni valide per tutto il mondo. Anche a livello distributivo, esiste un unico pacchetto in tutta Europa. Su queste piattaforme di base, poi, è possibile effettuare delle personalizzazioni, considerate le diverse esigenze di mercato. «Altri paesi non hanno la capillarità che abbiamo noi – ha indicato Berna -. In Italia, i nostri 1.200 clienti ricevono due volte al mese consegne di prodotti nuovi, per un totale di 6.000 fatture. È un mercato diverso da quello inglese o americano, dove c’è concentrazione di grossi distributori».

In generale, il direttore si ritiene soddisfatto del rapporto con l’It, che considera fondamentale per capire come debbano essere indirizzati gli investimenti. C’è, quindi, sinergia tra le attività delle due figure, unite dal proposito di soddisfare le esigenze locali e proporre iniziative, adatte anche ai diversi settori. «Si parte da una base comune – ha chiarito Di Cosimo -, come le tipologie di server e alcune applicazioni standard, ad esempio, il pacchetto Office e il sistema operativo Microsoft Xp, facendo sempre riferimento a una struttura madre, situata negli Stati Uniti, dove vengono decise le regole generali per tutta la divisione. Il passo successivo è di apportare le modifiche e gli aggiornamenti per l’Europa. A noi, le istruzioni arrivano da Londra. Abbiamo, quindi, un terreno comune, al quale apportiamo piccole modifiche, che, a volte, si rivelano vincenti. L’Italia, per esempio, è l’unico paese europeo a usare un sistema di gestione documentale, ad aver smaterializzato, quindi, le fatture e le note credito, con il processo certificato dal Ministero». Questa, quindi, è l’impostazione generale.

I server sono due, di standard Hp-Compaq, dei quali uno per il test e l’altro di produzione. Per il back up, ogni paese si gestisce in autonomia utilizzando un sistema locale, tramite macchina Hp, con una libreria a nastri. Il progetto, però, è di consolidare i sistemi, centralizzando lo storage a Londra. Le due tendenze, quindi, convivono. «Comincia a nascere – ha detto Di Cosimo – l’esigenza di comunicare con gli esperti It di ogni paese, per ricevere il loro feedback, le loro idee, per poter, eventualmente, sviluppare progetti nati in un determinato paese e esportarli a livello europeo. Anche se la centralizzazione ha portato alla riduzione delle macchine all’interno dei singoli paesi, con alcune importanti conseguenze, prima fra tutte, la riduzione dell’aggiornamento in termini di conoscenze». Per quanto riguarda la struttura organizzativa, il responsabile It di ogni paese ha come riferimento quello europeo. Questa è, secondo l’esperienza di Di Cosimo, una situazione che presenta pro e contro. «Infatti – ha affermato il manager – la mia figura fa da anello di congiunzione tra il settore It europeo e le esigenze di una società italiana, bisognosa di un maggiore grado di libertà, rispetto ai vincoli che vengono imposti. Sono l’interlocutore che cerca di mediare tra freno e acceleratore. Allo stesso tempo, doversi confrontare con più persone con cui trovare un accordo è sì uno stimolo ma anche una causa di rallentamento nei processi decisionali».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome