Per Giuseppe Diomelli, di nuovo alla guida di Cdc, è il momento di un piano industriale finalmente chiaro.
Giuseppe Diomelli, fondatore e nuovo amministratore delegato di Cdc, ha un
duro lavoro davanti a sé.
Dopo le dimissioni di Leonardo Pagni deve
presentare un nuovo piano industriale per la società toscana che continua a
marciare a buon ritmo nella distribuzione e perde colpi, almeno nella prima
parte dell’anno nel retail.
C’è un problema di stagionalità, ma è
indiscutibile che da tempo la catena di negozi Computer discount faccia sempre
più fatica a rispondere alla concorrenza della Grande distribuzione.
Proprio per questo ha lanciato, in ritardo rispetto ai movimenti del
mercato, la catena Compy Superstore cedendo però dopo pochi mesi, con una mossa
che ha generato qualche perplessità, il 52% a Unicoop. In più Compy non è ancora
è decollata e la società accusa perdite per la fase di start up superiori a
quelle preventivate.
Uno scarso aiuto è arrivato anche dalle
anticipazioni che parlavano di uno strano progetto legato al mondo del bricolage
e dell’Ict sempre nella grande distribuzione.
Obiettivi mancati e
prospettive non chiare hanno spinto al ribasso il titolo che da maggio ha
infilato una china negativa che lo ha portato agli attuali 5,1 euro contro i
nove di marzo. La situazione è difficile, bisogna diradare la nebbia e dare un
chiaro segnale al mercato. Forse è arrivato il momento di scelte dolorose.





