Secondo Capgemini, l’intelligenza artificiale (AI) generativa sta passando con rapidità dalla sperimentazione all’adozione su larga scala.”, “Harnessing the value of AI: Unlocking scalable advantage”, che evidenzia una crescita di cinque volte nell’utilizzo della GenAI da parte delle imprese rispetto al 2023.
Secondo la ricerca, quasi sei organizzazioni su dieci prevedono che, entro un anno, l’AI non sarà più soltanto uno strumento di supporto, ma un membro attivo dei team di lavoro, capace persino di supervisionare altre AI. È una trasformazione che va oltre la semplice automazione: introduce un modello di collaborazione ibrido tra esseri umani e sistemi intelligenti, imponendo alle aziende di ripensare struttura, governance e competenze.
Due terzi dei dirigenti intervistati concordano infatti sulla necessità di riorganizzare i propri team per integrare efficacemente la componente artificiale, costruendo un equilibrio tra supervisione umana e autonomia algoritmica.
La GenAI si consolida come tecnologia mainstream
L’adozione della GenAI sta avvenendo a una velocità che nessuna altra tecnologia aveva mai registrato prima. Il 30% delle organizzazioni dichiara di averla già implementata in modo parziale o completo, contro appena il 6% del 2023. A livello globale, il 93% delle imprese sta esplorando o utilizzando l’intelligenza artificiale generativa in almeno una funzione aziendale.
Tra i settori più dinamici figurano telecomunicazioni, beni di consumo, aerospazio e difesa, mentre sul fronte delle funzioni prevalgono servizio clienti, marketing, gestione del rischio e IT.
Come ha sottolineato Monia Ferrari, Amministratore Delegato di Capgemini Italia, “l’adozione dell’AI cresce più rapidamente di qualsiasi altra tecnologia, ma velocità non significa sempre valore. Per ottenere risultati reali servono basi dati solide, ambienti affidabili e un nuovo modello operativo fondato sulla collaborazione tra esseri umani e AI”.
Cpgemini: crescono investimenti, risultati e costi inattesi per l’AI
L’analisi del Capgemini Research Institute mostra un incremento costante degli investimenti in GenAI: il 88% delle aziende ha aumentato la spesa negli ultimi dodici mesi, con una crescita media del 9%, e il 61% prevede di proseguire su questa linea nel 2026. Oggi, la GenAI rappresenta già il 12% del budget IT complessivo.
Gli effetti sono tangibili: le imprese segnalano un aumento medio del 23% dell’efficienza operativa, un dato in forte crescita rispetto al 5% registrato nel 2024. Migliorano anche la soddisfazione dei clienti, la riduzione dei costi e la crescita dei ricavi, in diversi casi a doppia cifra.
Non mancano però le criticità. Molte aziende hanno rilevato un aumento imprevisto dei costi cloud, frutto dell’espansione più rapida del previsto delle iniziative di GenAI. Per contenere la spesa, un numero crescente di organizzazioni sta optando per Small Language Models (SLM), più leggeri ed efficienti da eseguire.
L’ascesa degli agenti AI e dei sistemi multi-agente
Un altro elemento chiave del report riguarda l’avanzata degli agenti AI, sistemi autonomi in grado di gestire processi operativi in modo continuo e contestuale. L’ultimo anno ha segnato un aumento costante nell’utilizzo di questi agenti, che si preparano a diventare una componente stabile delle funzioni aziendali più strategiche.
Nove dirigenti su dieci provenienti da marketing, vendite e R&D ritengono che, entro cinque anni, gli agenti AI gestiranno uno o più processi chiave nei rispettivi ambiti. Parallelamente, il 45% delle organizzazioni che utilizza già agenti AI sta sperimentando sistemi multi-agente, dove più intelligenze collaborano e si coordinano in tempo reale.
Il 38% prevede inoltre che entro il 2030 emergeranno agenti self-learning, capaci di auto-migliorarsi con minima supervisione umana. Tuttavia, la fiducia resta un tema centrale: il 71% delle aziende non si sente ancora pronta ad affidarsi completamente a sistemi autonomi, e solo il 46% ha adottato policy di governance formali, spesso non applicate in modo coerente.
Costruire fiducia e governance per la nuova era AI
La terza edizione del report Capgemini evidenzia come la governance dell’AI sia oggi il principale fattore abilitante per scalare in modo sicuro. Le imprese che hanno definito regole chiare di utilizzo, trasparenza e controllo dei modelli mostrano una maggiore propensione a ottenere ritorni misurabili e duraturi.
Capgemini invita quindi le organizzazioni a investire non solo nella tecnologia, ma anche nella fiducia digitale: processi chiari, supervisione umana efficace e strutture dati affidabili diventano le basi per un’intelligenza artificiale sostenibile e responsabile.
Come ribadisce Monia Ferrari, “l’AI non sostituisce le persone, ma amplifica il loro potenziale. Le aziende che sapranno progettare una collaborazione armoniosa tra esseri umani e macchine saranno quelle che riusciranno a tradurre l’innovazione in risultati concreti”.






