Broadcom mette VCF sui binari del Private AI e compliance

Ambienti protetti ed esclusivi per una AI a uso personale. A Explore 2025 Broadcom rende nativo in VCF il private e risolve i nodi delle compliance per i settori più regolamentati

L’attesa per quella che per tutto il mercato doveva sancire la sopravvivenza, il futuro e gli ambiti d’impiego della nuova versione, la nove, di VMware Cloud Foundation è finita con gli annunci che Broadcom, nuova proprietaria della piattaforma dopo l’acquisizione di VMware a fine 2023, ha fatto a Las Vegas dal palco del VMware Explore 2025. Una vera e propria carrellata di novità che rimette VCF al centro delle strategie evolutive dell’offerta del vendor, facendo leva sulle esigenze di un mercato ormai orientato a mantenere i propri dati sempre e ovunque a disposizione indipendentemente dal luogo dove fisicamente questi dati sono allocati, spostando il focus tecnologico sulla gestione più che sull’archivio.

Da qui l’importanza che il vendor ha dato alla declinazione della piattaforma sul tema della Private AI e del Private cloud, figli concettuali di un “rientro” dal cloud pubblico che ha deluso molte aziende sotto vari aspetti, tra cui la convenienza economica, la riservatezza e la garanzia dell’accesso continuo, soprattutto in quelle situazioni di tensione geopolitica o economica che la cronaca ci mostra essere meno rare di un tempo.

Explore 2025: L’evento annuale dedicato all’offerta e alle strategie VMware si è tenuto, come quasi di consueto, al Palazzo di Las Vegas. Edizione particolarmente attesa per capire le decisioni di Broadcom sulle direttive che acvrebbe seguito VMware Cloud Foundation. Tra queste, spiccano Private AI nativo nella piattaforma e automatismi nella gestione delle compliance, a favore della sicurezza

Private AI e Cyber resiliency, le direttrici Broadcom per VCF

Una strategia complessiva di rinnovamento da cui emergono con chiarezza due direttrici principali: l’integrazione nativa della Private AI e il lancio del servizio Cyber Compliance Advanced. Elementi che, pur inserendosi in un disegno più ampio, lasciano già intravedere un’influenza significativa sul futuro di VCF e che meritano di essere approfonditi per comprenderne il valore strategico e operativo.

VMware Cloud Foundation, già cuore dell’offerta VMware per il private cloud, ha tra le sue caratteristiche di base la capacità di adattarsi a scenari e contesti aziendali molto diversi, unificando la gestione di applicazioni su macchine virtuali e container, integrando calcolo, rete e storage software-defined con automazione, sicurezza e governance dei dati, e garantendo un’infrastruttura unifotmr distribuibile on-premise, all’edge, in ambienti sovrani o tramite provider gestiti.

Ed è proprio questa natura malleabile che consente a VCF di incorporare oggi, con gli annunci di Broadcom, nuove funzioni mirate a rispondere a esigenze emergenti come il Private AI privata e la cyber resiliency avanzata.

Broadcsm private AIProteggere il know how. L’AI si alimenta con informazioni private

La corsa al cloud pubblico, accelerata dalla pandemia, ha rappresentato per molte imprese una soluzione rapida per mantenere la continuità operativa, ma non sempre la più adatta nel lungo periodo. Costi elevati, rigidità di alcuni modelli e mancanza di controllo diretto sui dati hanno spinto molte organizzazioni a riconsiderare le proprie scelte, soprattutto quando entrano in gioco tecnologie come l’AI. Addestrare modelli con dati proprietari in ambienti pubblici significa, infatti, correre rischi per la protezione di know-how e brevetti, asset da cui può dipendere la competitività stessa dell’azienda”. È questo, in definitiva, il quadro descritto da Broadcom dove si inserisce la decisione di rendere la Private AI una componente nativa di VCF.

In passato disponibile come offerta separata con la Private AI Foundation with NVIDIA, oggi questa capacità è integrata nella sottoscrizione della piattaforma, consentendo alle aziende di passare rapidamente dalla sperimentazione alla produzione in ambienti sicuri e ottimizzati.

La virtualizzazione delle GPU, con prestazioni equivalenti al 99% del bare metal, permette di gestire queste risorse costose con la stessa efficienza delle CPU, applicando logiche consolidate come vMotion per la migrazione a caldo delle VM e DRS per il bilanciamento dei carichi di lavoro e il loro posizionamento intelligente.

Compliance automatizzate riducono gli attacchi fino al 40%

Sull’altro fronte, invece, VCF Cyber Compliance Service risponde alla necessità di rafforzare sicurezza e governance in contesti ad alta regolamentazione, come Finance, Sanità, Pubblica Amministrazione o Difesa. Secondo Broadcom, circa il 60% di queste realtà ha subito fermi operativi causati da ransomware negli ultimi anni, percentuale che sale al 65% nel settore finanziario. Numeri cui il vendor risponde con la nuova offerta che combina automazione della compliance, gestione delle deviazioni e immagini sicure per container e database, con un sistema unificato che integra disaster recovery enterprise-grade, orchestrazione, connettività VPC-to-VPC basata su policy e servizi premium per patching rapido, valutazione delle vulnerabilità e risposta agli incidenti. Un insieme di funzionalità che possono ridurre le violazioni fino al 40%, abbassare del 30% i costi operativi e dimezzare i tempi di ripristino in caso di attacco, anche grazie all’integrazione con VMware Live Recovery.

Private AI e compliance avanzata rappresentano così percorsi evolutivi concreti della piattaforma: esempi di come VCF continui ad arricchirsi, sfruttando la sua capacità di adattamento per incorporare nuove tecnologie e modelli operativi. Una strategia che, nelle intenzioni di Broadcom, deve trasmettere a clienti e partner il messaggio che il private cloud non è una retromarcia o una eredità del passato, ma l’ambiente ideale per sviluppare e far crescere in sicurezza ed esclusività l’innovazione. VMware Cloud Foundation come architettura di riferimento.

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