L’innovazione non solo non è vista dalle aziende come una spinta per crescere, ma anche i politici non afferrano che da qui può partire il rilancio del Sistema Paese
Linnovazione ha bisogno della politica ma ancora di più la politica ha bisogno di innovazione per comprendere le potenzialità e i bisogni del mondo digitale. Loccasione per una discussione sul rapporto tra politica e innovazione è offerta dal convegno "Società digitale e nuove opportunità per il canale" (organizzato da Sirmi in collaborazione con Smau e il nostro gruppo editoriale Agepe) e non a caso è emersa con evidenza una visione del mercato e del mondo fortemente bipolare che necessita di una maggiore consapevolezza della politica.
Andrea Pontremoli, presidente e amministratore delegato di Ibm Italia, è fermamente convinto che linnovazione non può essere oggetto di compromessi, «ma ci si deve confrontare con un mondo che si divide tra unofferta di prodotti e servizi a basso prezzo, quantità, e unofferta di prodotti e servizi ad alto prezzo che portano valore e qualità». Questo è il bipolarismo percepito dagli utenti a qualsiasi categoria appartengano e la vera novità di questo fenomeno, che ha radici lontane è che la forbice tra questi due poli si sta allargando e non ci sono allorizzonte "economie" intermedie. Pontremoli tiene a ricordare che Ibm ha scelto strategicamente di posizionarsi nellarea del valore, ma ricorda anche che, comunque unimpresa si posizioni, avrà rigorosamente bisogno di innovazione per mantenere elevata la propria competitività. Dovrà magari sfornare brevetti come Ibm (lazienda con più brevetti in assoluto a livello mondiale) per portare innovazione sui propri clienti, sganciandosi dalla competizione sul puro prezzo. Ma anche chi si attesta sul polo opposto avrà bisogno di innovare sulla produzione, sulla supply chain, su nuovi modelli di relazione con i clienti per portare sul mercato prodotti a prezzi sempre più bassi. «Il vero problema per le imprese – secondo Pontremoli – è capire dove vogliono giocare la loro leadership e agire di conseguenza».
E il bipolarismo a livello di imprese si specchia nel bipolarismo a livello di culture di mercato, come osserva Marco Comastri, amministratore delegato di Microsoft Italia «il mondo vive una doppia polarizzazione tra la cultura nordamericana, che basa il proprio sviluppo sulla ricerca e sullinnovazione e la cultura asiatica che scommette sullefficienza della macchina produttiva». Si scontrano, secondo questa analisi, un mondo che cerca consensi portando sul mercato continuamente nuovi prodotti e un mondo che i consensi li vuole conquistare, portando prodotti a più basso prezzo e al più alto numero di persone. E in questo contesto lEuropa «deve scegliere dove stare e soprattutto come esprimere la propria cultura». Scelte che competono al mondo dellindustria certamente, ma sulle quali pesa il ruolo di una politica "alta" che disegna le proprie strategie. E politica "alta" significa sganciata dalla tattica quotidiana come osserva Maurizio Cuzari, amministratore delegato di Sirmi: «Il rapporto tra innovazione e politica deve necessariamente essere basato su un piano decennale, che copra "politicamente" almeno due legislature piene». Serve, dunque, una visione bi-partisan sia a livello politico, sia, come sostiene Fiorello Cortiana, senatore dellUnione-Verdi «facendo crescere una cultura che permetta di evolvere da una visione del concorrente come nemico a una visione del concorrente come potenziale collaboratore. Immagino un futuro di convergenza tra modello open e modelli proprietari e in questo futuro immagino che anche una realtà come Microsoft possa essere impegnata in unazione di coinvolgimento di più attori su tutti gli anelli della filiera produttiva».





